Covid: Attilio Fontana sceglie di farsi interrogare dai giudici di Brescia
Ha chiesto di essere ascoltato, davanti al Tribunale dei Ministri di Brescia, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che è finito indagato, assieme ad altre persone, tra cui tecnici del Cts, per epidemia e omicidio colposi nell'inchiesta dei pm di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana. Lo scorso 7 giugno, sempre il Tribunale dei Ministri ha archiviato le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza, tra i 19 indagati nell'inchiesta.
Manca la prova, hanno scritto i giudici, che l'istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro avrebbe potuto evitare oltre 4mila morti. E il nesso di causalità tra decessi e l'assenza di una misura per isolare i due comuni è «una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro», così come è impensabile ritenere che il piano pandemico del 2006, non applicato, fosse adeguato per affrontare la situazione di emergenza che era «di assoluta novità».
Anche la posizione di Fontana, come quella di altri 12 indagati, tra cui l'ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, i tecnici Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro e Claudio D'Amario e l'ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, è stata trasmessa di recente, per una questione procedurale, al Tribunale dei Ministri, chiamato a decidere entro fine luglio, dopo che avrà ricevuto il parere dalla Procura di Brescia, che aveva già chiesto l'archiviazione per Conte e Speranza, anche loro interrogati nel procedimento.
Intanto, i legali di Fontana, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, hanno depositato oggi un'istanza per l'interrogatorio e i giudici dovranno fissare una data per l'audizione. Il Governatore è indagato per il capitolo della mancata zona rossa. Anche le altre difese avranno tempo fino a domani per chiedere eventuali interrogatori o depositare memorie scritte.
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