Covid: 150 nuove denunce a Bergamo, 12 sono bresciane

Il comitato delle vittime di coronavirus «Noi Denunceremo» ha raccolto circa 300 denunce
Un paziente in terapia intensiva - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
Un paziente in terapia intensiva - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
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Il comitato delle vittime di coronavirus «Noi Denunceremo» depositerà in procura a Bergamo altre 150 denunce (per un totale di quasi 300) il prossimo giovedì 15 ottobre alle ore 9,30. Tra queste 12 sono di famiglie bresciane che hanno perso un parente nella fase più acuta della pandemia.

«Abbiamo lasciato parlare per un po' esponenti del Governo e di Regione Lombardia - dice il presidente Fusco -. Dopo trentaseimila morti ufficiali ed altre migliaia ufficiose che non rientrano nella conta perchè morte soffocate nel letto di casa o in qualche Rsa senza un tampone mentre gli ospedali esplodevano, non solo non abbiamo assistito ad alcun rappresentante delle istituzioni che si sia fatto spontaneamente da parte, ma sia il Presidente del Consiglio che il Presidente di Regione Lombardia hanno iniziato una campagna mediatica regionale, nazionale ed internazionale che ne esaltasse le gesta in quei drammatici mesi. Al Ministero della Salute sono cosi convinti che sia andato tutto bene da avere consentito che il Direttore generale per la prevenzione si dedicasse ad altri incarichi dagli inizi di maggio, in piena pandemia, e nel modo più discreto possibile».

«Ci siamo letti migliaia di pagine di documenti - continua la legale del comitato Consuelo Locati - e recentemente trovato conferma in un articolo scritto per mano del consulente del Governo, Walter Ricciardi, che hanno dovuto sigillare un intero Paese perchè non avevano nessuna idea se quello che stesse succedendo in Lombardia si stesse verificando nel resto d'Italia. Hanno dovuto chiudere tutto il Paese "alla cieca" perchè nel pieno dell'emergenza il sistema di sorveglianza epidemiologica presentava fortissime criticità. E presentava fortissime criticità perchè non esistevano un piano pandemico nazionale e piani pandemici attuativi regionali aggiornati, e non erano mai state fatte le relative esercitazioni»..

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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