Cosimo Balsamo, dai proiettili per il giudice al duplice delitto
Un lungo curriculum giudiziario alle spalle. E una vera e propria ossessione per i beni che erano stati oggetto di confisca. A questi fa capo una delle ultime vicende giudiziarie che vide coinvolto Cosimo Balsamo, l'uomo che ha ucciso due persone, ferendone una terza tra Flero e Vobarno, prima di togliersi la vita ad Azzano Mella. Si tratta di una richiesta di revisione respinta dalla Corte d'Appello di Venezia e poi dalla Cassazione della sentenza di condanna a 7 anni e 4 mesi emessa dalla Corte d'Appello di Brescia per associazione a delinquere furto e ricettazione.
Nella richiesta Balsamo lamentava che James Nolli, una delle sue vittime, era stato condannato per furto, mentre lui per ricettazione (reato che implica la confisca dei beni ritenuti acquisiti con soldi illecitamente ottenuti). Balsamo aveva sempre sostenuto di aver personalmente rubato i mezzi con cui l'organizzazione depredava aziende che lavoravano metalli e altro. Per questo sosteneva che la condanna per ricettazione fosse ingiusta in quanto a questa era conseguita l'applicazione della confisca dei suoi beni, proprio in relazione alla condanna per ricettazione.
Nei mesi scorsi aveva patteggiato una pena per minacce davanti al gup di Venezia per aver messo, nel 2011, nel cestino della bicicletta di un giudice bresciano tre cartucce di fucile e otto proiettili di pistola. Il giudice, che all'epoca era in servizio all'Ufficio gip, aveva deciso sulla confisca di un immobile di Balsamo. Accanto ai proiettili un biglietto con delle minacce.
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