Così da settant’anni Vincenzo arricchisce d’armonie ogni messa
La ripida e angusta scala in marmo, con i gradini che, con vistosi punti di usura, conservano memoria dei passi che li hanno solcati, non lo spaventa, né lo fanno le strette scalette in legno che anticipano l’ingresso alla cantoria. «Finché ce la faccio, finché le gambe me lo consentono, continuo», così, da decenni, lui li percorre, apre il piccolo uscio che permette di affacciarsi nello spazio sospeso sopra l’altare, e, sistematosi sullo sgabello e disposti gli spartiti sul leggio, suona.
Vincenzo Lonati, 86 anni il prossimo mese, da 70 anni e più, è l’organista della chiesa di Santa Maria Assunta, oggi basilica minore, di Botticino Sera, paese dove è nato e cresciuto e dove vive con la moglie Agnese, al suo fianco da 61 anni. «Ho cominciato da ragazzino - conferma lui, schivo alle parole - il parroco di allora, conoscendo la mia passione per la musica e sapendo che facevo parte della banda del paese, mi propose di imparare a suonare l’organo, suggerimento che accettai di buon grado e che mi portò a prendere lezioni dal maestro Giulio Tonelli alla Madonna delle Grazie, in città».
La passione
Quel giovanotto quattordicenne da quel momento prese così a risalire le scale prima nominate, per porsi dinnanzi alle due tastiere dello strumento con 30 registri e circa 1500 canne, forgiato nel 1896 da Cesare Bernasconi da Varese, ed accompagnare le varie funzioni religiose: «Oggi suono solo durante la messa e negli ultimi saluti ai nostri concittadini. Ma negli anni l’ho fatto anche per matrimoni e celebrazioni solenni per varie occasioni. Ho perso il conto di quante siano state». Quel che Vincenzo non ha perso, invece, è la passione che, dopo una vita da operaio alla Lonati, ha coltivato ulteriormente, dedicandovi ancora più tempo, e che, come fu all’inzio, continua a guidare le sue mani e i suoi piedi.
«Nel tempo ho accompagnato anche tre o quattro cori con i rispettivi maestri, compito un poco più complesso per cui ci vuole orecchio e attenzione, e i parroci con cui ho avuto a che fare sono stati almeno 5 o 6. È un servizio che ho sempre svolto volentieri, e fin quando mi sarà possibile continuerò a farlo, assicurando la mia disponibilità».
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