Cosa hanno fatto le 8 aziende bresciane sul nuovo ponte
A 45 metri sopra il letto del Polcevera ci sarà oggi tutta l’Italia. L’inaugurazione del nuovo viadotto autostradale Genova San Giorgio è destinata ad essere un rito civile collettivo come da tempo non se vivevano nel nostro Paese. La ricostruzione del vioadotto è stata una missione, con 330 aziende (80 lombarde e 8 bresciane) sotto l’egida della società consortile Pergenova, partecipata al 50% da Webulid ex Salini Impregilo e al 50% da Fincantieri Infrastrutture, che hanno navigato di comune accordo. L’impegno bresciano sul «fronte del ponte» è stato notevole e ha visto la partecipazione di 8 aziende: il Gruppo Camozzi (Brescia); Germani Trasporti (San Zeno); Cmm Rizzi (Vezza D’Oglio); Brixia Cantieri (Artogne); Skyrope (Brescia); Panizza 1914 (Trenzano); Palazzoli (Brescia) e Sias (Darfo Boario).
Ecco nel dettaglio di cosa sono occupate.
1. Gruppo Camozzi (Brescia) - Quattro robot fanno da controllori al gigante di cemento
A Gruppo Camozzi e l’Istituto italiano di tecnologie per la ricerca è stato affidato il delicato compito di progettare e realizzare il sistema di monitoraggio e controllo del Ponte San Giorgio. Il sistema robotico completamente automatico è in fibra di carbonio. Esso si compone di quattro robot, con due che si occuperanno dell’ispezione della superficie inferiore dell’impalcato tramite telecamere e sensori, nonché dell’elaborazione dei dati per la determinazione di eventuali anomalie. Gli altri invece puliranno le barriere antivento e i pannelli solari (Robot-Wash).
2. Germani Trasporti (San Zeno) - La grande impresa del collaudo e non solo quello
Insieme ai 67 camion della Germani che sotto gli occhi di tutta Italia collaudavano il Ponte San Giorgio di Genova, a sfilare è stato l’orgoglio di tutta la provincia bresciana. Leader nel settore dei trasporti, l’azienda guidata dalla famiglia Ferrari ha impresso un segno indelebile nella memoria collettiva. «È stata un’esperienza emozionante - conferma il direttore generale della società Alessio Miglietta, presente nei giorni del collaudo a Genova insieme a 70 conducenti e 27 persone dell’organizzazione». Ma l’impegno della realtà con sede a San Zeno non si è limitato alla sola attività di metà luglio. Alla Germani è stato affidato il compito di trasportare lontano dalla valle del Polcevera i detriti del vecchio manufatto.
3. Cmm Rizzi (Vezza D’Oglio) - Posa in opera della campata di Levante
«Lavorare al progetto del Ponte di Genova ci ha permesso di mettere a frutto tutte quelle competenze maturate in più di 40 anni d’impegno nel mondo dell’acciaio - afferma Gianmaria Rizzi, patron dell’azienda camuna che si è occupata del montaggio e della posa in opera delle parti metalliche sul versante Levante -. Siamo profondamente orgogliosi». Perché le pressioni legate alla realizzazione di un’infrastruttura di tale portata erano alle stelle. «Il periodo più duro è stato sicuramente quello del lockdown, quando insieme alle maestranze abbiamo deciso di lavorare per portare a termine la consegna nei tempi previsti» spiega l’ingegner Michela Rizzi, project manager.
4. Brixia Cantieri (Artogne) - I carpentieri che hanno composto i tratti sospesi
All’azienda camuna è stato affidato il compito di montare e sollevare nove campate (sette da 50 metri e due da 100) del lato a ponente del viadotto. «È stata una bella sfida - afferma il patron Dario Belingheri -. Ad oggi posso dire di essere fiero di ciò che abbiamo costruito». Perché le difficoltà sono state tante, dal maltempo alla pandemia. «La determinazione però non è mai mancata e, soprattutto in piena emergenza sanitaria, gli operatori hanno dimostrato grandissimo coraggio non lasciando mai il cantiere».
5. Skyrope (Brescia) - Angeli custodi di chi ha lavorato sospeso in aria
Prima che si potesse intuire la forma del viadotto, quando cemento, acciaio e asfalto ancora dovevano essere plasmati, gli operatori di SkyRope erano lì. Specializzata in lavori in quota, la società con sede in via Cremona è stata fin da subito chiamata per formare e istruire gli operai che avrebbero costruito il Ponte San Giorgio. «È stata una sfida lunga un anno - afferma Pierpaolo Preti -. La fatica e l’impegno quotidiano si sono alternati con la gioia di vedere finalmente il ponte navigare oggi nel cielo di Genova».
6. Panizza 1914 (Trenzano) - L’impianto idraulico tecnologico a prova di uragano
Realizzare l’impianto idraulico di raccolta delle acque piovane, nonché di liquidi derivanti da sversamenti anomali, era un compito difficile. A portarlo a termine, grazie ad un mix di competenze tecniche e passione, è stata la Panizza 1914 di Berlingo. La struttura è formata «da tubazioni speciali in vetroresina che generalmente si usano per opere sottomarine - spiega il direttore tecnico Mario Panizza -, un prodotto molto resistente alla corrosione, flessibile e in grado di favorire la scorrevolezza all’acqua». Il sistema realizzato permette anche di rilevare liquidi anomali e inquinanti, così da trasportarli in un’apposita vasca e non nei quattro collettori per l’acqua piovana.
7. Palazzoli (Brescia) - Illuminare le corsie con la tecnologia «led multichip»
Brilla una luce tutta bresciana dall’impalcato che domina il Polcevera. La storica azienda bresciana Palazzoli ha infatti ricevuto e completato l’incarico di installare mille plafoniere sull’impalcato del Ponte San Giorgio. Si tratta di speciali impianti di illuminazione frutto della ricerca e sviluppo della società. Le loro caratteristiche costruttive tecniche e di materiale (sono dotate di un involucro inossidabile) le rendono resistenti alla corrosione e agli agenti atmosferici, anche i più violenti. La struttura inoltre è indeformabile mentre il diffusore è realizzato in vetro temperato. La tecnologia Led multichip della serie permette inoltre un’elevata efficienza luminosa fino a 150 lm/W e ridotti consumi energetici.
8. Sias (Darfo Boario) - Tutta la segnaletica dai cartelli ai colori sulle carreggiate
L’ultimo tocco al Ponte San Giorgio è una pennellata tutta bresciana. A concludere ufficialmente i lavori sul viadotto è stata la Sias di Darfo Boario Terme, attiva nella progettazione e realizzazione di segnaletica stradale. «In quattro giorni abbiamo posizionato tutta la segnaletica in materiale plastico lungo il tratto viario» - conferma l’amministratore delegato Luca Furloni.
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