Corso per docenti sulla «carriera alias», Arcigay: «Temi di ogni giorno»

Arriva la risposta alle polemiche sollevate dall'associazione Pro Vita per un corso rivolto agli insegnanti sul tema delle differenze
Il corso sulla carriera alias è riservato ai docenti
Il corso sulla carriera alias è riservato ai docenti
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«Gandolfini e Provita, noti avversari ideologici dei diritti civili, preferirebbero rimettere sotto il tappeto questi temi, che tuttavia si impongono nella realtà di ogni giorno». L'Arcigay Orlando Brescia restituisce ai mittenti le polemiche sollevate dal promotore del Family Day e dall'associazione che difende la cosiddetta famiglia tradizionale a proposito di un corso di formazione per docenti sul tema delle differenze.

Il corso è organizzato dall'assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Brescia insieme alla Rete Antidiscriminazioni ed è in programma a marzo al liceo De André di Brescia.

Nel mirino era finito un incontro riservato agli insegnanti dedicato alla «carriera alias», una procedura amministrativa che permette di modificare il nome di uno o una studente sul registro e in atti interni con quello scelto dal o dalla studente nel caso in cui abbia avviato un percorso di transizione o sia una persona transessuale.

Ieri il portavoce di Pro vita Jacopo Coghe ha definito «gravissimo» il patrocinio dell'iniziativa da parte del ministero del Lavoro (che ha poi smentito di aver dato il patrocinio) e dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, accusandoli di farsi promotori di «un corso totalmente impregnato di ideologia gender». L'«ideologia gender», lo ricordiamo, non esiste: è un’espressione usata in ambienti conservatori per riunire sotto un'unica espressione studi, ricerche e rivendicazioni di diritti da parte della comunità Lgbtq, spesso travisandoli.

Pronta la risposta della presidente di Arcigay Orlando Brescia Louise Bonzoni: «Ci risulta assai difficile comprendere come una iniziativa che ha come obiettivo la formazione delle e dei docenti su tematiche, quelle sull'identità LGBTQIA+, che quotidianamente si evidenziano nelle classi e fornire loro gli strumenti di lettura per il rispetto della persona nella sua originalità, possa essere bollata come ideologica». L'intento, viene spiegato nella nota, è fornire agli insegnanti strumenti culturali, psicologici e giuridici per rendere il lavoro educativo nelle scuole «più inclusivo ed efficace», dal momento in cui temi legati alle differenze (dal non binarismo all'omosessualità) sono all'ordine del giorno tra gli studenti. 

La richiesta di ritiro del patrocinio e di sospensione del corso è quindi per Arcigay «anacronistica».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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