Corsi facili, revocata la licenza alla Bosso

La Provincia interviene sulla vicenda dei corsi «facili» per il recupero dei punti patente
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La Provincia di Brescia ha notificato nei giorni scorsi a Giuseppe Bosso, titolare della licenza di gestione dell'autoscuola più antica d'Italia, la revoca dell'autorizzazione alla direzione e ne ha anche annullato l'idoneità tecnica.

L'atto giunge a seguito della nota vicenda sollevata dalla trasmissione satirica «Striscia la Notizia» sette anni fa ed al procedimento avviato dal Tribunale di Brescia, che in primo grado ha visto Giuseppe Bosso condannato «per aver attestato, falsamente, con firme sul registro delle frequenze, che presso i locali dell'autoscuola 'Bosso' si fosse regolarmente tenuto il corso di recupero, consentendo così agli iscritti l'illecito ripristino dei punti patente».
Un fatto questo che aveva fatto chiedere all'avvocato della Provincia, Beatrice Buono, in nome e per conto dei titolari di 79 autoscuole del territorio, un intervento «ai fini della revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'autoscuola di cui Bosso era titolare, sul presupposto del venire meno dei requisiti morali».

Fermo restando l'appello in corso della sentenza penale, la Provincia ha comunicato a Bosso l'avvio del procedimento che in settimana è sfociato nell'atto di sospensione dell'autorizzazione, non prima di aver esaminato una corposa memoria di replica firmata dagli avvocati Paolo Castelletti e Piermario Strapparava.
Nella memoria si leggeva come «non sussistendo i presupposti perché si proceda alla revoca dell'autorizzazione rilasciata, non essendovi nuovi elementi sintomatici sufficienti per ritenere venuti meno i requisiti di buona condotta», si chiedeva l'archiviazione del procedimento.

Tuttavia dalla Provincia si è ravvisato che «l'autorità deve valutare la condotta dell'interessato per stabilire se essa sia consona allo status professionale» e da qui, assunti gli elementi nelle indagini preliminari, senza dover attendere l'esito del ricorso, avvalendosi della discrezionalità dell'amministrazione, il Broletto ha ritenuto che il requisito morale è venuto meno «nell'assenza di una buona condotta».

Ora i legali di Bosso annunciano il ricorso al Tar, per un provvedimento «iniquo che crea grandi e gravi pregiudizi economici all'attività perché spropositato e portatore di un grave danno di immagine». La Provincia comunica quindi di consentire all'Autoscuola Bosso di completare le attività didattiche e degli esami degli allievi già iscritti sino alla scadenza dell'ultimo foglio rosa e comunque non superiore a sei mesi, previa la nomina di un sostituto che abbia i requisiti.

Roberto Manieri

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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