Corruzione per posto in consiglio comunale a Brescia, chiusa l'inchiesta

Oltre a Carlo Fidanza, ci sono tre indagati bresciani all’epoca tutti in Fratelli d’Italia: Acri, Calovini e Romele
In una foto d'archivio, uomini della Guardia di Finanza
In una foto d'archivio, uomini della Guardia di Finanza
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La Procura di Milano ha chiuso le indagini aperte nei mesi scorsi per corruzione «per atti contrari ai doveri d'ufficio» a carico dell'eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza, di Giangiacomo Calovini, consigliere comunale dello stesso partito a Brescia e dell'ex consigliere bresciano Giovanni Acri. L'atto di conclusione dell'inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf e coordinata dai pm Cristiana Roveda e Giovanni Polizzi e dall'aggiunto Maurizio Romanelli, è stato notificato stamani. Dall'avviso dei pm emerge ora anche un quarto indagato, Giuseppe Romele, ex vicecoordinatore lombardo di Fdi e tornato di recente in Forza Italia.

Le accuse

Nell'ipotesi d'accusa Acri, sempre di Fdi, avrebbe lasciato il suo incarico, il 25 giugno 2021, facendo subentrare in Consiglio comunale a Brescia il primo dei non eletti, ossia Calovini, vicino alla corrente politica di Fidanza. E in cambio, secondo l'accusa, avrebbe ottenuto l'assunzione del figlio, Jacopo Acri, come assistente dell'europarlamentare Fidanza.

L'altra inchiesta archiviata

Ieri si era saputo, invece, che per un'altra indagine che ha coinvolto Fidanza, assieme ad altre sette persone, tra cui la consigliera comunale di Fdi a Milano Chiara Valcepina e l'eurodeputato leghista Angelo Ciocca, la Procura milanese ha chiesto l'archiviazione. La chiusura di quest'altra inchiesta, invece, prelude probabilmente ad una richiesta di processo. Secondo l'accusa, Fidanza sarebbe stato il promotore del presunto accordo illecito per poter assegnare una carica a Calovini, esponente della corrente interna del partito che faceva capo all'eurodeputato.

Le perquisizioni

Dopo alcune perquisizioni lo scorso giugno, ne erano state effettuate altre a luglio «presso terzi», ossia a persone non indagate, tra cui una collaboratrice e segretaria di Fidanza, Giuseppe Romele, anche ex deputato e che ora risulta indagato, Andrea Turra, esponente della sezione giovanile di Fdi, e un commercialista.

Calovini, che si insediò in Consiglio comunale il 27 luglio 2021, secondo la ricostruzione dei pm, si sarebbe attivato per predisporre per il figlio di Acri i documenti utili a giustificare il contratto lavorativo. Dall'analisi di messaggi sul telefono di Acri sarebbero emersi contatti con Calovini. Secondo gli atti dell'indagine, Acri sarebbe riuscito ad ottenere da Fidanza il contratto da «assistente locale» per il figlio, anche tramite l'intervento di Calovini. E Fidanza sarebbe stato a sua volta favorito perché in Consiglio comunale a Brescia entrò proprio l'esponente della sua corrente.

Dalle analisi dei telefoni sequestrati sono emersi contatti tra Acri e la segretaria di Fidanza (non indagata), che si sarebbe mossa per predisporre la documentazione utile per il contratto. E altri ancora tra il figlio di Acri e Turra (non indagato): anche quest'ultimo si sarebbe attivato per le carte necessarie. Nel telefono di Acri, inoltre, sono stati trovati contatti con Romele che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato a conoscenza della sua intenzione di dimettersi per essere sostituito da Calovini. Lo stesso Romele avrebbe preso parte, secondo le indagini, ad incontri con Acri, nel periodo in cui quest'ultimo stavo predisponendo le carte utili per il contratto per il figlio.

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