Corruzione, Acri si difende: «Mi sono dimesso per impegni di lavoro»
«Ho lasciato la carica perché sono aumentati i miei impegni lavorativi all'estero e ho rassegnato le dimissioni anche dagli ospedali dove lavoravo». Lo spiega Giovanni Acri, l’ex consigliere comunale di Brescia, indagato a Milano per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio perché, secondo l'accusa, avrebbe lasciato il suo incarico poco più di un anno fa, facendo subentrare il primo dei non eletti, e in cambio avrebbe ottenuto un'assunzione per il figlio nello staff dell'eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza, anche lui indagato.
Acri, ribadendo posizioni già espresse in passato, chiarisce di aver presentato le dimissioni anche negli ospedali dove lavorava «a partire dal 2016 e le ultime nel marzo 2022, come da idonea documentazione presentata ed acquisita». E dice di essere «molto sereno» e di confidare «nella magistratura, che sono sicuro saprà far luce sulla vicenda».
Ieri nell' ambito delle indagini della Gdf, coordinate dai pm Giovanni Polizzi e Cristiana Roveda, sono state effettuate perquisizioni a Brescia a casa di Acri e del figlio e anche nello studio milanese di un commercialista (questi ultimi due non sono indagati).
Il contratto di assunzione sarebbe stato redatto nello studio del professionista il 18 giugno 2021. Nell'ipotesi della Procura, Acri si sarebbe dimesso (il 25 giugno 2021) da consigliere su input di Fidanza (è subentrato Giangiacomo Calovini, vicino alla corrente politica di Fidanza) e in cambio avrebbe ottenuto quel lavoro per il figlio. «Sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno», ha già detto ieri Fidanza.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato