«Corridoi umanitari per le donne afghane»: la petizione online

Corre su Change.org l'appello lanciato da tre bresciane: in due giorni già superate le 300mile firme
Donne afghane residenti a Barcellona chiedono l'intervento delle Nazioni Uniti per proteggere i diritti delle loro connazionali
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L’appello al mondo del web partito da Brescia per aiutare donne e bambini in pericolo in Afghanistan sta diventando virale. Ha superato in queste ore le 300mile firme la petizione «Corridoi umanitari per le donne afghane» lanciata domenica 16 agosto su Change.org da Luisa Castellazzo, assessora alla Cultura del Comune di Cellatica, a nome del Gruppo Donne 22 Febbraio, e rivolta ai ministri Di Maio e Lamorgese. Con lei anche la consigliera comunale del Comune di Brescia Donatella Albini e Beatrice Nardo, presidente del Cdq Borgo Trento.

L’iniziativa del trio di donne bresciane che chiede l’immediata creazione di corridoi umanitari internazionali «per mettere in salvo le donne afghane e i loro bambini, così come i bambini degli orfanotrofi di tutte le città cadute in mano ai talebani» sta facendo il giro della rete e sta per diventare una delle più firmate della piattaforma. Tra i firmatari anche Elisabetta Trenta, ministra della Difesa durante il primo governo Conte. «Tutta la provincia di Brescia dimostri di essere differente facendo da apripista all’apertura di corridoi umanitari per donne e bambini in fuga dall'Afghanistan - lancia la sfida virtuosa Luisa Castellazzo -. Il nostro obiettivo era anche quello di avviare una mobilitazione generale ed è quello che siamo riusciti a fare. Dopo la nostra petizione ne sono nate altre a macchia d’olio».

Sono numerosi gli attivisti e le organizzazioni non governative che dai primi giorni dell’avanzata dei talebani, fino alla conquista di Kabul, stanno chiedendo di trarre in salvo donne e bambini, preoccupati dalla possibile reintroduzione di norme che ledono i loro diritti fondamentali attraverso una rigida applicazione della Sharia, la legge islamica. Tra queste, Pangea Onlus, la Casa delle Donne e il Cisda, il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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