Coronavirus, salme nelle chiesette: sì da 35 Parrocchie

Dalla scelta sono escluse le chiese parrocchiali, quelle dovranno rimanere aperte per la preghiera personale (in ogni caso anche senza fedeli)
Un fedele in chiesa -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Un fedele in chiesa - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sono già 35 le Parrocchie che hanno risposto all’appello del vescovo Pietantonio Tremolada ed hanno quindi dato la disponibilità di chiesette e pievi per accogliere temporaneamente le salme in attesa della sepoltura; a Bagnolo Mella, Ghedi e Quinzano gli ambienti sono già stati individuati, ora si deve procedere con l’iter.

Dopo la richiesta su questo fronte fatta dal prefetto Attilio Visconti, la Diocesi, tramite il vicario generale mons. Gaetano Fontana, aveva immediatamente inviato una lettera a tutti i parroci. «Siamo chiamati a fronteggiare un’emergenza che riguarda la collocazione delle salme che non riescono ad accedere in tempi congrui al Tempio crematorio di Brescia - ha scritto la Diocesi -. Ogni giorno si possono fare solo 22 cremazioni e come capite la richiesta in questo momento è superiore alle disponibilità».

Dalla scelta sono escluse le chiese parrocchiali, quelle dovranno rimanere aperte per la preghiera personale (e in ogni caso anche senza nessun fedele), i parroci devono quindi orientarsi su quelle che tecnicamente si chiamano «chiese suffraganee», appunto quelle delle frazioni e le pievi. «Vanno valutate le misure sanitarie che devono accompagnare questa operazione - ha precisato mons. Fontana -. Collocare i defunti in depositi o luoghi non congrui riteniamo aggiungerebbe solo dolore ad altro dolore per tante nostre famiglie».

Chiaramente le chiese scelte per le salme (una valutazione che va fatta con il sindaco del paese) non saranno accessibili, ma quel luogo sarà importante anche dal punto di vista simbolico, consentirà infatti a parenti e amici di «sentire vicini i nostri cari, pensandoli accolti nei luoghi abituali della nostra comune preghiera».

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