Coronavirus, da Brescia al mondo: il bilancio della giornata
C'è la speranza. Per il Bresciano una giornata da ricordare: da una parte l’arrivo di 30 tra medici e infermieri dall’Albania, dall’altro i contagi la cui crescita non corre più così velocemente. Anche se la tendenza ancora non è invertita.
I dati ci dicono che oggi l’incremento dei positivi al coronavirus è di 361 casi, sabato era stato di 364 mentre venerdì di 329. Il contagio rallenta perchè resta stabile nella crescita, primo segnale che annuncia la curva in discesa.
Lombardia.
È la provincia di Milano, secondo i dati odierni, a crescere di più nel numero di contagi, +546 (ieri 314) su ieri con un totale di 8.329 casi, superiore al totale della provincia di Brescia. A Milano città l'incremento è stato di 247 casi (ieri 150) per un totale di 3.406. Bergamo, che resta quella più colpita, 8527 casi, continua il trend discendente con un aumento di 178 casi (ieri 289). Nel bresciano ancora non si inverte la tendenza e i nuovi contagiati sono 335 (ieri 373) per un totale di 8013.
È ancora il lodigiano, dove fu decisa la zona rossa, a segnare il minor aumento giornaliero di casi in tutta la regione con 28 casi.
Italia.
«Ci sono costantemente meno decessi e meno ricoverati in terapia intensiva. Abbiamo rallentato il dramma di queste settimane». Luca Richeldi, pneumologo e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute, sintetizza il cauto ottimismo per i dati dell'emergenza coronavirus in Italia: il bilancio giornaliero registra 3.815 malati in più (totale 73.880) e un incremento di 756 vittime, che porta il bilancio sempre più pesante a 10.779 morti (sabato l'aumento era stato di 889).
Mentre in terapia intensiva si trovano ora 3.906 malati, solo 50 in più rispetto a ieri. Un dato ritenuto significativo come quello dei guariti, che non sono aumentati come sabato ma hanno comunque subito un incremento significativo di 646, che porta il totale a 13.030. Ed è la tendenza incoraggiante degli ultimi giorni, nonostante le cifre sempre impressionanti dei decessi, a spingere il governo e tutti gli esperti all'appello a non mollare la presa sulle misure di contenimento. «Siamo ancora nel pieno dell'epidemia - dice il ministro della Salute Roberto Speranza - Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio ora».
L'altro ministro Francesco Boccia conferma che «le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate».
Europa.
Il coronavirus dilaga nel mondo con quasi 700 mila casi e oltre 31 mila morti ma è l'Europa che continua a rimanere in cima alla drammatica classifica delle vittime che nel vecchio continente hanno oltrepassato quota 22 mila mentre il lockdown nel quale sono imprigionati piccoli centri e capitali, città e campagne, sembra funzionare a rilento. E la conta quotidiana del numero di morti per ciascun Paese fa crescere l'ansia e offusca la lieve decrescita dell'incremento dei contagi che, sempre in Europa, hanno superato i 358 mila, oltre la metà del totale in tutto il mondo.
È ancora la Spagna, dopo l'Italia, a registrare la situazione più grave in Europa con un nuovo record di morti, 838 in 24 ore, che porta a oltre 6.500 le vittime totali. I casi diagnosticati sono oltre 78 mila ma la curva dei contagi tende lentamente ad abbassarsi. Il numero delle vittime raddoppiava ogni due o tre giorni la settimana scorsa mentre ora il raddoppio avviene ogni tre o quattro giorni. Madrid ha approvato lo stop a tutte le attività non essenziali, a partire da domani e fino al 9 aprile, come annunciato ieri dal premier Pedro Sanchez.
Sale l'allarme anche in Gran Bretagna con il premier Boris Johnson in procinto di spedire ai 30 milioni di famiglie del Regno una lettera nella quale si prefigurano ulteriori restrizioni ai movimenti e si avverte che «le cose peggioreranno prima di migliorare». Il totale dei contagi da Covid-19 sale a quasi 20 mila e i decessi censiti arrivano a oltre 1.200 anche se l'incremento cala dai più 260 di ieri ai più 209 delle ultime 24 ore. Ci potrebbero volere «sei mesi o più per tornare alla normalità», ha avvertito la deputy chief medical officer Jenny Harries. E il ministro delle Aree Urbane, Robert Jenrick, ha reso noto che l'intero Paese è in stato di «pronto all'emergenza», un allerta che nessun governo aveva emesso «dalla seconda guerra mondiale».
In Francia - dove i contagi hanno superato i 40.000 e i morti sono oltre 2.600 - è deceduto per coronavirus anche un ex ministro, Patrick Devedjian, che fu titolare del dicastero per l'emergenza finanziaria nel 2008 con l'allora presidente Nicolas Sarkozy. Due pazienti francesi sono stati evacuati da Strasburgo verso l'ospedale di Ulm , in Germania, con un aereo militare tedesco portando a oltre 80 i malati francesi ricoverati in Lussemburgo, Germania e Svizzera e alleggerendo il sovraffollamento delle strutture sanitarie alsaziane, tra le più colpite dall'emergenza. «La Germania ci offre letti in più» oltre ad aver fornito alla Francia respiratori «anche ieri», ha ringraziato la ministra per gli Affari europei, Amelie de Montchalin, che ha colto l'occasione di un'intervista alla radio France Inter per richiamare la necessità della solidarietà europea in questa fase. E avvertire che l'Unione rischia di trovarsi di fronte a domande «esistenziali», compresa quella sulla permanenza di alcuni suoi membri, se non uscirà unita dalla crisi del Covid-19.
Ma la situazione si aggrava anche in Germania dove nel giro di un giorno si sono registrate almeno 4 mila nuove infezioni e i contagi sono saliti a oltre 58 mila con più di 450 vittime. E un invito a fare fronte comune è arrivato anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg che, mentre prepara la ministeriale Esteri del 2 aprile che si terrà per la prima volta in videoconferenza, ha ricordato che «di fronte alla pandemia da Covid-19 dobbiamo restare uniti». Un quadro drammatico che inizia a far paura anche alla Russia dove finora i contagi e i decessi annunciati ufficialmente mostrano un trend meno allarmante del resto del continente: il sindaco di Mosca ha ordinato, da lunedì, l'auto isolamento per tutti i residenti della capitale. Con l'unica deroga per gli spostamenti essenziali, le esigenze di lavoro o acquisti di cibo e medicinali.
Mondo.
Negli Stati Uniti si registrano milioni di casi. Un ospedale da campo a Central Park per l'emergenza coronavirus. La struttura sorgerà vicino all'ospedale Mount Sinai, all'altezza di Harlem, e potrebbe essere operativa in 48 ore. Nell'ospedale da campo ci saranno le apparecchiature necessarie per curare i malati di coronavirus, a differenza dell'ospedale da campo del Javits Center, sempre a New York, destinato invece a malati non coronavirus.
Un'impennata nei casi positivi di coronavirus è stata registrata oggi in Israele. In mattinata erano ancora stimati in 3685, ma stasera il ministero della sanità ha aggiornato la cifra a 4247. I casi gravi sono passati da 65 a 74. I decessi da 12 a 15. Il ministero ha precisato che comunque anche le guarigioni sono aumentate, essendo passate da 89 a 132.
Un esodo biblico, che non accenna a diminuire: nel quinto giorno di quello che avrebbe dovuto essere in India un lockdown totale, le immagini che fanno il giro del mondo sono quelle di centinaia di migliaia di persone, quasi tutti uomini, ammassati lungo le strade, alle frontiere, o nei dintorni delle stazioni ferroviarie o degli autobus. Fotografie sconvolgenti che raccontano un'emergenza nell'emergenza: una bomba socio-economica pronta a scoppiare insieme a quella sanitaria. Tutto il contrario di quello che si voleva ottenere chiudendo da un giorno all'altro ogni attività e chiedendo a un miliardo e trecento milioni di persone di chiudersi in casa e mantenere le distanze uno dall'altro. Protagonisti di questa migrazione sono le centinaia di migliaia di lavoratori giornalieri, che in tutto il Paese si erano trasferiti nelle città dai loro villaggi o aree rurali e che, improvvisamente, si ritrovano disperati, da quando lunedì notte hanno perso il lavoro e non hanno altra possibilità di sostentamento.
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