Coronavirus, da Brescia agli Stati Uniti: il punto sul contagio

In Lombardia i casi positivi in totale sono 50.455, con un aumento di 1337, inferiore ai 1.598 di ieri
IL CONTAGIO FRENA IN LOMBARDIA
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Il Bresciano inizia a tirare il fiato, ma non è comunque il momento per lasciarsi andare e ricominciare ad uscire, ma quello di continuare a stare a casa. Ecco che il contagio non solo rallenta, ma sembra stabilizzarsi e, nonostante l'aumento del numero di tamponi effettuati, nella nostra provincia si registrano solo 160 casi in più nelle ultime 24 ore. Un dato più che positivo, che tuttavia - è bene ricordarlo, non fotografa l'intero fenomeno: le cifre fornite dalla Regione, infatti, riguardano solo i pazienti ospedalizzati e sottoposti a tampone. La base del contagio, ormai lo sappiamo, è molto più ampia: nella nostra provincia si tratta di circa 190mila casi.

Stando comunque ai dati che ci raccontano del livello di pressione cui sono sottoposti gli ospedali e che costituiscono di conseguenza un indicatore dei casi più gravi, nel Bresciano si contano 9.340 contagi accertati con tampone dall'inizio dell'emergenza coronavirus. I morti «certificati» sono 1.630 e i dimessi 4.167.

 

LOMBARDIA
«I dati di oggi continuano a essere confortanti»: è quanto ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, spiegando che sono stati esaminati ben 8.107 tamponi. I casi positivi in totale sono 50.455, con un aumento di 1.337, inferiore ai 1.598 di ieri, Crescono solo di 7 unità i ricoveri non in terapia intensiva per un totale di 12.009, diminuiscono invece i letti occupati in terapia intensiva: 1.317 in totale, 9 in meno rispetto a ieri. I deceduti sono 8.905, con un aumento di 249, mentre ieri erano stati 345.

ITALIA
Gli ultimi dati della protezione civile indicano che nelle ultime 24 ore i nuovi decessi in Italia sono stati 525, in calo rispetto ai numeri dei giorni scorsi e al minimo dal 19 marzo scorso. Stabile l'aumento dei contagi: +2.972; in calo i ricoveri in spedale e in Terapia intensiva. Borrelli: «Notizie confortanti, ma non abbassare la guardia». Brusaferro: «La curva ha iniziato la discesa. Se questi dati si confermano dovremo cominciare a pensare alla fase 2». Sono 91.246 i malati di coronavirus in Italia, 2.972 in più (+3,37%) rispetto a sabato, ma rallenta l'incremento del numero di vittime, in tutto 15.887.

EUROPA
Il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez sta pensando alle misure da adottare dopo la conferma del calo di contagi di coronavirus in preparazione della tappa di transizione per contrastare la diffusione del virus che sarà con tutta probabilità caratterizzata da test di massa e isolamento degli asintomatici quali misure centrali in questa fase della strategia. Lo riferiscono i media spagnoli, dando conto della videoconferenza tenuta oggi da Sanchez con i leader delle autonomie locali e ai quali ha illustrato i piani in cantiere da mettere al momento della de-escalation. Sánchez ha quindi annunciato ai titolari delle amministrazioni locali la consegna fra oggi e domani di un milione di test, e ha intanto chiesto loro che indichino al governo, entro mercoledì, dati precisi sulle residenze di anziani, la fascia della popolazione più vulnerabile. Entro venerdì poi, Sanchez ha chiesto di avere i dati su strutture che possano accogliere persone cui è stato diagnosticato il coronavirus ma che risultano asintomatiche.

Sono 5.889 i morti negli ospedali francesi per il Coronavirus, con un aumento di 357 nelle ultime 24 ore. A questi si aggiungono i 2.189 morti degli ospizi, decessi avvenuti dal 1 marzo, ma i cui dati stanno affluendo gradualmente negli ultimi giorni. Il totale dei morti è di I ricoverati sono 28.891, 748 più di ieri. I pazienti in rianimazione sono 6.978 (390 entrati da ieri, 250 usciti), con un saldo di 140 pazienti supplementari nelle ultime 24 ore. Una cifra, fa notare la direzione della Sanità, che resta positiva ma che si riduce giorno dopo giorno.

Boom di contagi nel Regno Unito, dove si contano 5.903 nuovi casi e 621 nuove vittime, ma gli esperti attendono il picco fra 7-10 giorni. Discorso della regina ai sudditi: «Serve autodisciplina e determinazione. Siate forti, cambierà tutto».

Il coronavirus ora spaventa anche la Svezia, che potrebbe rinunciare alla linea morbida dei ristoranti e negozi aperti e adottare misure restrittive come gli altri Paesi europei di fronte allo spauracchio di «migliaia di morti». Finora Stoccolma ha mantenuto un approccio controcorrente rispetto al resto d'Europa, rifiutando l'idea che l'isolamento fosse la strada migliore. Negli ultimi giorni però i numeri hanno indebolito questa convinzione. I contagi sono quasi 7.000 e soprattutto il tasso di mortalità (oltre 400 decessi finora) è superiore rispetto agli altri tre paesi scandinavi. Preoccupa anche il peggioramento del focolaio nella capitale e la situazione delle case di cura che ospitano gli anziani, a corto di dispositivi di protezione. Con la situazione in progressivo peggioramento.

MONDO
I morti provocati dal coronavirus nel mondo hanno superato quota 65.000: è quanto emerge dall'ultimo bollettino della Johns Hopkins University. Nello specifico, i decessi sono ora 65.652 su un totale di 1.213.927 casi a livello globale, mentre le persone guarite sono 252.391.
Nuovo record di morti negli Usa: oltre 2.500 in 48 ore, il totale supera quota 8.500 e i contagiati sono 312.245, tre volte più che in Italia e Spagna. Il capo del servizio sanitario pubblico Adams avverte: «Ci aspetta la settimana più dura e più triste, sarà un "Pearl Harbor moment"».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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