Coronavirus, cresce il numero di medici e infermieri contagiati
![Un medico della terapia intensiva - Foto © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/18qnh0jf81hebdzx45h/0/un-medico-della-terapia-intensiva-foto-www-giornaledibrescia-it.webp?f=16%3A9&w=826)
A farne le spese sono coloro che ci curano. Medici, infermieri e personale sanitario sono tra i più contagiati da nuovo Coronavirus nel panorama di una crisi sanitaria che ci sta mettendo a dura prova.
Le percentuali, anche in questo caso, cambiano di giorno in giorno ma sono, mediamente, nell’ordine del 10% del totale dei positivi. Solo all’Asst del Garda i medici positivi l'altro ieri erano 39 e tra medici ed infermieri il numero sale a 120. Anche se gli assenti, molti dei quali per malattia. in totale sono 230.
All’Asst Spedali Civili la situazione non è migliore: anche nella grande azienda sociosanitaria pubblica della nostra provincia si contano trecento sanitari Covid. Alcuni sono anche ricoverati in condizioni critiche. Il «viaggio» negli altri ospedali non va meglio: in ciascuna il Coronavirus ha colpito in modo significativo proprio chi si occupa della cura dei malati.
«È necessario estendere l’utilizzo del test con tampone a tutti i medici asintomatici che trattano i pazienti con Covid-19, per impedire una diffusione impropria del contagio - afferma Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) -; medici e personale sanitario asintomatici ma positivi al nuovo coronavirus senza saperlo rappresentano una mina vagante ed un enorme rischio negli ospedali».
Sul tema, proprio ieri, è intervenuto l'assessore regionale al Welgare Giulio Gallera, ribadendo che nelle strutture sanitarie si applicano le linee guida dell'OMS.
Lo stesso Anelli aggiunge: «Si devono ridefinire le priorità nella lotta al nuovo Coronavirus, mettendo subito in sicurezza tutti i medici e gli infermieri come strategia primaria di sanità pubblica. Dai dati dei positivi che emergono, evidentemente, si tratta di categorie professionali a rischio altissimo. Per loro, la fornitura di dispositivi di sicurezza deve essere una priorità ed un tema di sicurezza nazionale».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia