«Coprifuoco? Tanto vale consegnare le chiavi a Conte»

In piazzale Arnaldo, dove già si chiudeva a mezzanotte: «Così non si può andare avanti»
PIAZZA ARNALDO: LOCALI IN AGITAZIONE
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Si terrà domani sera alle 21 lungo le vie del centro di Brescia la manifestazione degli esercenti contrari agli ultimi provvedimenti del governo sul contrasto al Covid. I partecipanti, che si erano visti negare il permesso dalla questura sabato scorso, intendono percorrere le vie del centro con dei lumini che lasceranno poi sotto il portico di Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia. «Le nuove norme fanno morire il commercio» dicono gli esercenti sopratutto di Piazza Arnaldo, zona della movida bresciana.

«Coprifuoco? Tanto vale prendere le chiavi e consegnarle al signor Giuseppe Conte». Non usano mezzi termini i proprietari dei locali di piazzale Arnaldo, che si dicono esasperati prima dalle misure del Governo, poi dalle ordinanze del sindaco e infine dalla spada di Damocle di un coprifuoco richiesto dalla Regione che ha già trovato il parere favorevole del ministero della Salute. «Già chiudere a mezzanotte non permette alla maggior parte di noi di incassare somme che portino al pareggio dei conti, figuriamoci poi se la gente dev’essere a casa alle 23 alzandosi da tavola, se va bene, alle 22.30. Il venerdì sera la gente arriva alle 21.30 per cenare, tanto vale non aprire proprio», dichiara Nicola Pasina, proprietario di tre locali in città, due dei quali in piazzale Arnaldo.

Gli fa eco Mauro Fabrizi, un centinaio di coperti, locale e plateatico: «Una soluzione sensata poteva essere dare la possibilità a chi era seduto di godersi la sua serata ad oltranza, e sgomberare le piazze mandando a casa quelli che stanno lì a "pascolare". Invece già ora accade che a mezzanotte chiudiamo e la gente si riversa in strada a fare assembramento.

Il manifesto della protesta - © www.giornaledibrescia.it
Il manifesto della protesta - © www.giornaledibrescia.it
 Il passo successivo saranno i festini nelle case». 

Quanto al dialogo con le istituzioni, Pasina commenta: «prima il lockdown, poi, una volta riaperto il 23 e 24 maggio, il sindaco (si ricorderà l’immagine che ha fatto il giro dei media nazionali con un piazzale Arnaldo stracolmo, senza distanziamento e con molte persone prive di mascherina) chiude nuovamente e, senza che noi siamo mai riusciti a parlargli, emette un’ordinanza che ci impone la chiusura a mezzanotte fino al 31 gennaio.

Queste misure non servono a nulla, se non a creare disoccupazione: spiegatelo voi al ragazzo che deve pagare la retta universitaria che deve rimanere a casa perché non possiamo permetterci di andare avanti così».

«Se la curva dei contagi è iniziata a salire con l’apertura delle scuole - chiosa Fabrizi - il problema non lo vedrei nell’apertura dei locali, che lavorano da fine maggio ininterrottamente, ma in qualcosa che vedo legato ai trasporti, a una gestione che probabilmente non è delle migliori».

Da parte loro, i fornitori lamentano una situazione di incertezza totale ormai da una settimana, con ordini ridotti all’osso: «I locali non si possono aprire e chiudere a comando», spiega uno di loro. Intanto, in attesa che la misura del coprifuoco in Lombardia diventi operativa, è stato fissato per giovedì sera in piazzale Arnaldo il «funerale» dei locali e di tutti gli imprenditori del settore in Italia: una manifestazione con lumini, carro funebre e anche la bara. «Invitiamo il sindaco, l’amministrazione a venire qui: vogliamo che capiscano la nostra reale situazione e vogliamo capire da che parte stanno», è l’invito rivolto da Pasina, al quale fa seguito Fabrizi: «Non bisogna tartassare chi lavora e chi vende, ma il cittadino irresponsabile».

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