Contenitore salva-cibo per le mense scolastiche

Saranno consegnati agli alunni delle primarie Lo scorso anno «scartate» 6,3 tonnellate di cibo
Ragazzi in mensa. Non tutto il cibo servito viene consumato
Ragazzi in mensa. Non tutto il cibo servito viene consumato
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Con 6,3 tonnellate di cibo scartato nelle mense scolastiche bresciane durante lo scorso anno, la lotta allo spreco alimentare deve compiere uno sforzo ulteriore. Per ottenere meno avanzi possibili si offrono già ai bambini menù accattivanti ed equilibrati, insegnando loro a mangiare correttamente attraverso il progetto di educazione alimentare del comune di Brescia «Alimentarsi, impariamo mangiando».

Ma non basta. Dagli 8.500 pasti distribuiti al giorno (1milione 400mila all'anno) continuano ad avanzare a fine pranzo soprattutto pesce, contorni, pane e frutta, tutti elementi che i bambini non amano particolarmente.

«Le famiglie pagano questo servizio» ricorda Monica Terlenghi, responsabile del Servizio diritto allo studio: si è così pensato di distribuire agli alunni delle scuole primarie un contenitore anti-spreco, in consegna nei prossimi giorni. I contenitori.

Se le preparazioni contenute nelle gastronorm, i contenitori in acciaio utilizzati nella ristorazione, non possono essere portate a casa, il pane e la frutta si: solo questi infatti, «rappresentano ben il 30%» delle suddette 6,3 tonnellate di cibo scartato.

Gli alimenti contenuti nelle gastronorm vengono invece ridistribuiti alla mensa di via Menni della Caritas (il 20% dei 200 pasti giornalieri proviene da lì) e «a 180 beneficiari segnalati dai servizi sociali grazie al coinvolgimento di 21 associazioni di volontariato, coordinate dalla cooperativa sociale Cauto» spiega Livia Consolo della cooperativa Santa Lucia.

Eppure qualcosa ancora avanza: tutto quello che i bambini lasciano nel piatto non può essere recuperato, viene considerato rifiuto. Al momento è in corso di verifica l'opportunità di riutilizzare questi scarti ad uso animale. La riduzione degli sprechi alimentari va però a cozzare con le aree di miglioramento suggerite dalla piattaforma Foodinsider che ha recentemente classificato i menu scolastici bresciani al 20° posto su 51 città indagate: meno carne rossa e dolci, più legumi e varietà di cereali e verdure.

A occhio non i pasti preferiti dai bambini. «Questa tipologia di menu purtroppo si abbina con un maggiore spreco» ragiona Terlenghi. «Bisogna puntare molto sull’educazione alimentare dei genitori, il cambiamento deve partire anche dalle famiglie».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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