Contagi a scuola, alla Ugolini 15 classi su 15 in quarantena

All’elementare in città tutti vuoti i 355 banchi dopo i test a tappeto effettuati da Ats Brescia giovedì
La scuola primaria Ugolini, in via Repubblica Argentina - Foto © www.giornaledibrescia.it
La scuola primaria Ugolini, in via Repubblica Argentina - Foto © www.giornaledibrescia.it
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I genitori chiedevano da giorni di chiudere tutto, in considerazione dell’escalation di positivi innescatasi alla scuola elementare «Ugolini», in città. Ma ieri, di fatto, il plesso non è stato operativo. Sì, perché le quarantene sono diventate di 15 classi su 15, dopo lo screening effettuato dall’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia giovedì mattina sulle quattro classi «superstiti» (sebbene ridotte nella presenza), ancora non in isolamento.

Solo venerdì della scorsa settimana, i casi erano due-tre; quattro già le classi in quarantena (e quattro in sorveglianza sanitaria) dopo lo scorso fine settimana, divenute rapidamente cinque e raddoppiate tra lunedì e martedì. Evidentemente un focolaio. Preoccupati i genitori, molti dei quali hanno deciso di tenere a casa i loro bambini fin dalle prime segnalazioni. Interpellata, la dirigente Anna Maria Testa ha dichiarato di aver chiesto lumi ad Ats circa il da farsi (peraltro in concomitanza col «pasticciaccio» delle due circolari ministeriali contrastanti in tema di gestione della quarantena). La decisione dell’azienda sanitaria è stata di procedere con i tamponi, nella mattinata di giovedì, sui bambini ancora presenti nell’istituto, che sono rimasti a lezione alla fine del test. In serata sono arrivati i risultati. La scuola ieri mattina era aperta, ma i banchi tutti vuoti.

«Purtroppo molti sono risultati positivi – riferisce la dirigente Testa -; tutte le 15 classi, con 355 bambini, sono state messe in quarantena e sono anche aumentati i docenti positivi, 11 al momento». Rivendica la validità della scelta l’assessore all’istruzione del Comune di Brescia Fabio Capra, ovvero di procedere con il testing sugli studenti, anziché chiudere tutto indiscriminatamente e andare in Dad, senza sapere come stessero effettivamente le cose. «Ho proposto di adottare questo metodo – ribadisce l’assessore –, dalla terza classe in quarantena in poi». 

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