Consorzio marmisti e Cracking art investono sugli studenti dell’Accademia SantaGiulia

Donati 3mila euro all’istituto formativo per i corsi di scultura, pittura e arti visive
La consegna dell'assegno - © www.giornaledibrescia.it
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I progetti migliori sono sempre quelli che non solo pensano in grande, ma lo fanno guardando da vicino il futuro. Ed è proprio per questo che il Consorzio Marmisti Bresciani e Cracking art, movimento artistico nato nel 1993 con l’intenzione di cambiare la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale, hanno donato 3mila euro all’Accademia SantaGiulia con la sola richiesta di utilizzarli per la formazione degli studenti dei corsi di scultura, pittura e arti visive.

Il denaro è stato raccolto con la vendita di piccole opere d’arte, delle rane colorate ottenute riutilizzando della plastica, durante la mostra collettiva Glocal Emotion inserita all’interno del progetto «Nelle vene del marmo»: «Tutto fa parte del progetto “L’arte rigenere l’arte” - racconta la presidente del Consorzio, Luisa Senini - per ricordare l’artista e nostro maestro Angelo Lillo Marciano. Questo percorso ci ha permesso di raccogliere dei soldi che abbiamo voluto investire nei giovani».

Cosa si realizzerà

L’assegno sarà utilizzato dall’Accademia per tre finalità: «Metteremo a disposizione due borse di studio del valore di 500 euro ciascuna per due nuove immatricolazioni nei corsi di scultura, pittura e arti visive - spiega il vice direttore dell’accademia, Paolo Sacchini -, organizzeremo un workshop con l’artista internazionale Sassolino e una visita alla biennale di Venezia». Ad essere coinvolti saranno una cinquantina di studenti: «Siamo molto riconoscenti - dice la direttrice organizzativa del Gruppo Foppa Benedetta Albini -. Crediamo nelle relazioni e nelle collaborazioni e questi risultati ci dicono che siamo sulla giusta via».

Altra novità la possibilità per i ragazzi di far pratica in uno studio d’artista, quello di Stefano Bombardieri: «Alcuni studenti di scultura - spiega il maestro - lavorano con me nel mio laboratorio. Credo sia importante per loro vivere la quotidianità di una persona che fa arte, per capire meglio quello che li aspetta. Per me è molto stimolante: i giovani mi fanno conoscere cose nuove, mi danno idee, sono contento di questo tirocinio».

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