Condannato per omicidio, assunto dove lavorava la sorella morta
Condannato a 21 anni di carcere per omicidio, ora ha ottenuto la semilibertà e ha iniziato da poche settimane a lavorare in una azienda della provincia di Brescia. A dargli una nuova possibilità è il datore di lavoro della sorella, deceduta per aneurisma durante una vacanza a Santo Domingo nel 2017.
È la storia di Stefano Rizzi, che aveva 19 anni il 19 ottobre 2008 quando con tre minorenni, spinse nel lago di Garda a Desenzano il senzatetto Mohammed Chamrani, marocchino 45enne, al quale il gruppo di giovani impedì di risalire.
Rizzi oggi ha 32 anni e dopo 11 anni di detenzione e un rigetto alla richiesta di revisione del processo presentata dai suoi legali, vive e lavora fuori dal carcere per tornare dietro le sbarre la notte. Fine pena è previsto per il 6 luglio 2029.
«Si è pentito per quello che ha fatto e oggi è un'altra persona. In questi undici anni ha capito quanto di gravissimo ha fatto e umanamente continuerà a pagare per il delitto» spiega il suo avvocato Benedetto Maria Bonomo.
«La semilibertà è un primo passo verso una nuova vita. Pur senza cancellare il fatto che lo ha visto protagonista. Il lavoro è una grande opportunità per ripartire» ha aggiunto il legale.
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