«Con le nuove norme più clandestini e più criminalità»

«Il sistema che abbiamo creato sul fronte della protezione internazionale, al di là dei barconi e dell'accesso al Mediterraneo, non funziona». A dichiararlo, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario, il presidente della Corte d'Appello Claudio Castelli nel suo intervento.
«Non funzionava prima, con i tempi che si erano dilatati, producendo clandestini in tutti i casi in cui le domande venivano respinte. Gli Sprar e le procedure di integrazione riuscivano a controllare e aiutare le persone, ma una volta respinte definitivamente le richieste dopo anni li condannava alla clandestinità» ha aggiunto Castelli.
«L'attuale situazione con la modifica normativa recente è molto peggiore perché l'abolizione degli Sprar in tutta la fase predecisoria vorrà semplicemente negare a decine di migliaia di persone i diritti fondamentali, ma anche sotto il profilo della sicurezza e del controllo del territorio vorrà dire perdere contatto con le decine di migliaia di persone che non avranno alcuna scelta diversa dalla clandestinità. E la clandestinità, non l'essere straniero, è criminogena».
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