Con Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 ecco i «maggiordomi dello shopping»
Immaginate la comodità di fare shopping senza borse degli acquisti al seguito, da trascinarsi con sé per tutto il giorno. Di entrare in uno o più negozi, scegliere, pagare e poi farsi recapitare tutto all’orario che si preferisce direttamente al parcheggio, alla fermata della metro, in hotel o - se si è in città - direttamente a casa. La comodità degli acquisti online ma gustandosi di persona le offerte delle botteghe del capoluogo, insomma.
Ecco: in vista di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 questo progetto potrebbe diventare realtà. E la Leonessa inaugurerebbe così una nuova figura professionale: i «maggiordomi dello shopping».
Come funziona
L’idea è dell’assessore al Commercio, Valter Muchetti, che presenterà il progetto in Regione per ottenere un finanziamento che possa sostenere la fase pilota di un’iniziativa ideata per facilitare i tanti turisti attesi il prossimo anno, ma che è convinto possa essere un servizio gradito anche da chi a Brescia abita o lavora.
«Si tratta di un progetto di ospitalità: il punto di ritrovo può essere quello più comodo per i clienti, dalla stazione ferroviaria all’albergo o il parcheggio. E questo varrebbe anche per acquisti in negozi differenti, ovviamente». Come potrebbe funzionare, in concreto? L’acquisto resterebbe in negozio: a quel punto, ricevute le coordinate per la consegna, il titolare o il commesso dell’esercizio dovrà contattare uno specifico numero verde al quale comunicare i dati di riferimento.
«Inizialmente immagino questo servizio gestito dal Comune stesso. Per ragazzi e ragazze potrebbe essere un’occasione per trovarsi un lavoretto: arriveranno in negozio con la loro divisa ordinata e consegneranno le confezioni a destinazione. È un modo per coccolare i turisti e i bresciani e incentivarli a fare shopping nei nostri splendidi negozi».
Le risorse
Fase pilota finanziata, si diceva. E poi? «Come tutte le sperimentazioni bisogna vedere se c’è risposta, ma credo che poi possa diventare anche un’opportunità per nuovi posti di lavoro e di assunzioni. È un servizio che, superata la fase di prova, potrà camminare con le sue gambe e avere un suo mercato autonomo».
Brescia come Downton Abbey? «Perché no? Il bando regionale sull’ospitalità c’è: speriamo ora che quest’idea possa essere finanziata, così da misurarne le potenzialità. Del resto - conclude Muchetti - sarebbe un servizio innovativo e attrattivo».
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