Commercio, saldo aperture-chiusure positivo: +38 attività nel 2021

Il bilancio del Distretto Urbano del Commercio fotografa una Brescia che vira verso i servizi
Centro storico di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Se San Faustino diventa a vocazione alimentare, nelle zone di corso Mameli e Università il traino si chiama terziario. Sono le novità più evidenti della fotografia dell’offerta commerciale scattata dal Comitato per lo sviluppo locale per analizzare lo stato di salute del Distretto Urbano del Commercio. Si tratta delle uniche tre aree della città (il centro è stato diviso in 16 zone a cui è stato affidato un nome) ad aver cambiato pelle rispetto al 2020 - anno dell’ultimo monitoraggio prima dell’esplosione della pandemia. Dall’ultimo monitoraggio elaborato dall’organo di governance del Duc, affidato al Laboratorio Urb&Com del Politecnico di Milano, emerge una «vivacità non sopita, un dinamismo positivo nonostante difficoltà».

I numeri

La mappa - che copre circa un chilometro quadrato e comprende parte del centro storico della città e il tessuto urbano posto a nord della stazione ferroviaria - consegna un distretto non omogeneo, nel quale ogni zona ha vocazioni e presenta specificità dei comparti. Ma soprattutto racconta di un saldo positivo tra chiusure e nuove aperture di attività commerciali. Tra il settembre 2021 e il luglio 2022 si contano 75 tra riattivazioni di spazi sfitti e nuove attività, a fronte di 37 chiusure di negozi. Il saldo è quindi positivo di 38 attività, che riducono il numero di spazi sfitti complessivi registrato nel 2021 di 36 unità. Entrando nel dettaglio dei nuovi tagli del nastro, si registrano 6 punti vendita del commercio al dettaglio, 7 attività artigianali e 4 tra bar e ristoranti, ma la crescita più marcata si osserva per le attività del terziario direzionale, con 15 nuove aperture.

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I sistemi commerciali che si dimostrano i più dinamici sono poi i contesti più centrali: Palestro-Mercato, Quadrilatero (corso Zanardelli, via Mazzini, piazza Loggia e Vittoria) e Cavour-Gramsci-Moretto, che concentrano complessivamente oltre il 43% delle dinamiche registrate. In particolare emerge il sistema di Palestro-Mercato che presenta 12 nuove aperture a fronte di due soli spazi sfitti. In fascia nera emergono invece le zone Cattaneo-Trieste-Tosio, che perde quattro attività a fronte di una nuova apertura.

Tendenze

«Brescia sta cambiando pelle - spiega l’assessore Valter Muchetti interpretando i dati - : da città produttiva si sta trasformando in città di servizi e pubblici esercizi. Noi dobbiamo saper interpretare questi cambiamenti per immaginare e accogliere la città del futuro». Ma è il confronto coi dati del 2020 ad offrire nuovi spunti di riflessione: il numero di nuovi sfitti rilevati a luglio 2022 (36, oltre a uno spazio convertito in una funzione non commerciale) risulta in forte diminuzione rispetto ai precedenti monitoraggi nei quali si registravano circa 60-70 nuovi spazi sfitti per ogni rilevazione.

Segnali di assestamento del sistema distributivo del Duc dopo due anni di variazioni altalenanti. All’orizzonte, però, c’è l’anno della capitale, che potrà costituire un catalizzatore di sviluppo per l’economia della città. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema favorevole a Brescia, anche nella fase post-capitale - come rileva l’architetto Giovanni Fontana: «Il 2023 sarà un giro di boa, vogliamo mantenere il valore che verrà acquisito per presentare dati positivi ancora più evidenti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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