Come potrebbe cambiare il catechismo a Brescia dal 2024
Una proposta «innovativa e coraggiosa», giunta al culmine di un cammino «autenticamente sinodale». È il testo «I passi della fede», la lettera con la quale il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada illustra la nuova «proposta di Iniziazione cristiana per bambini e ragazzi» elaborata dalla Diocesi bresciana al termine di una lunga serie di incontri e confronti avviata nel marzo 2022. La lettera è stata presentata ieri sera a catechisti e presbiteri della Diocesi in un incontro al Centro pastorale Paolo VI: l’afflusso straordinario che ha portato a riempire due sale dice dell’attesa che la circondava. Don Carlo Tartari, vicario episcopale per la Pastorale e i laici, l’ha commentata insieme a don Giovanni Milesi, don Claudio Laffranchini e Gabriele Bazzoli. Da mons. Tremolada è arrivato un breve videomessaggio.
Il percorso
«Investire le migliori energie in questo impegno cruciale è una scelta saggia e molto opportuna» scrive il vescovo nella lettera, che illustra le novità del cammino suggerito. Anzitutto, la suddivisione in «moduli o passi della fede», che prendono avvio aiutando bambini e genitori a «vivere la verità del Battesimo» e in seguito disegnano un percorso di iniziazione della durata di cinque anni, rivolto ai bambini dai sei agli undici anni. Il primo anno, spiega mons. Tremolada, prevede «l’introduzione all’essenza della vita cristiana», i tre successivi «saranno contrassegnati dalla celebrazione dei sacramenti»; nell’ultimo, ha spiegato don Carlo Tartari, «i bambini saranno aiutati a vivere la frequenza alla Comunione».
I tempi forti
In questo itinerario, molte sono le novità introdotte. La scansione dei tempi, col suggerimento di concentrare gli incontri «nei tempi forti dell’anno liturgico, con momenti più distesi rispetto all’ora settimanale»; incontri sempre conclusi da un ritrovo comune di genitori e figli. Di grande rilievo, infatti, è considerato «il coinvolgimento dei genitori» che tuttavia «non dovrà assumere l’aspetto di un obbligo». La proposta è improntata a una generale «sostenibilità», con incontri contenuti e «pensati in modo tale da favorire legami di reciproca conoscenza e accoglienza, secondo uno stile evangelico».
Flessibilità
Un altro aspetto sottolineato è la flessibilità, immaginata per «consentire un più facile inserimento a quei bambini e a quelle famiglie, oggi sempre più numerose, che non hanno ricevuto il Battesimo o vengono da percorsi di fede non ordinari». Centrale è infine il ruolo dei catechisti che, ha sottolineato Gabriele Bazzoli, «è stato uno dei grandi motori della riflessione». Scrive al riguardo mons. Tremolada: «Ad ogni catechista sarà affidato un modulo che egli preparerà con la dovuta cura e che vivrà coi ragazzi in uno dei tempi forti».
I nuovi percorsi non saranno subito avviati. La discussione su di essi continuerà in nuovi incontri, con l’ipotesi di renderli operativi dall’anno catechistico 2024-25. La proposta, nel frattempo, è stata sottoposta alla Conferenza episcopale italiana: «Abbiamo ricevuto - dice don Carlo - un incoraggiamento grande a proseguire».
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