Com'è cambiata la curva dei contagi in Lombardia a novembre

La situazione sta migliorando. Il raffronto dei dati fra le quattro settimane del mese concluso ieri lo dimostra
COVID: TEMPO DI BILANCI
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Una ragione di sollievo. E di speranza. Ma al contempo un richiamo all'impegno di tutti e di ciascuno, affinché i sacrifici che hanno accompagnato questa seconda ondata del coronavirus non vengano vanificati da comportamenti che davvero non possiamo permetterci.

Il trend dei contagi è apprezzabilmente in calo. E non fosse bastato a comprovarlo il passaggio della Lombardia da zona rossa a zona arancione, a rendere ancora più evidente l'evoluzione della situazione è il raffronto dei dati delle quattro settimane di novembre, mese che da poche ore ci siamo lasciati alle spalle e che ha portato con sé nei primissimi giorni la reintroduzione di misure stringenti per la nostra regione.

Il grafico che riportiamo qui sopra - e che si basa sui dati ufficiali diffusi dal Welfare lombardo sulla pandemia - mostra in modo chiaro come l'ultima settimana abbia fatto registrare un calo significativo del numero di nuovi casi di positività emersi rispetto alle tre precedenti. Un miglioramento che sopraggiunge, tutt'altro che casualmente, a due settimane esatte dall'introduzione della zona rossa: varata all'atto pratico il 6 novembre, dopo 14 giorni ha fatto registrare i primi benefici apprezzabili in termini numerici.

In particolare, come evidenzia il grafico, a fronte di un numero di tamponi più elevato nell'ultima settimana rispetto alla precedente, l'incidenza dei nuovi positivi appare in significativa flessione (oltre 15mila casi in meno pur in presenza di ottomila tamponi in più). Tradotto in percentuale, si passa dal 20,7% di positivi su totale tamponi della prima settimana al 20,4% delle due centrali per scendere drasticamente a 13,3% della settimana appena terminata.

Riprova che la riduzione di interazione sociale resta l'arma più potente al momento a disposizione, in attesa che i vaccini testati vengano autorizzati alla messa in commercio, diffusi su larga scala ed effettivamente somministrati.

Tra i 21 indicatori che la cabina di regia nazionale monitora per aggiornare mappatura e divieti vigenti in Italia, l'Rt è tra quelli che più sinteticamente consentono di apprezzare il trend del contagio. E pure il suo valore per la nostra regione - anche nella seconda ondata tra le più colpite, sia pur in modo molto differente da provincia a provincia - è sceso dall'1,99 dell'ultima settimana di ottobre, all'1,46 della prima di novembre, all'1,15 della successiva fino alla sostanziale stabilizzazione della penultima (1,17). Il report che riguarda la settimana appena terminata sarà licenziato solo venerdì, ma già sappiamo che il valore è sceso attorno all'1,08. Ancora elevato, superiore a quella soglia dell'1 che può consentire di azzardare qualcosa di più di un cauto ottimismo.

Altro tema chiave però che non va trascurato, specie in una logica di prospettiva, è quello relativo alla pressione sulle strutture sanitarie. In modo molto semplice, il grafico qui sopra evidenzia un aspetto: se la zona rossa e il semi-lockdown hanno concorso a ridurre sensibilmente i nuovi contagi, l'impatto sul numero di posti letto occupati nei reparti comuni degli ospedali e delle terapie intensive non è altrettanto apprezzabile. Abbiamo - ad essere ottimisti - riportato l'orologio globale indietro di un mese. Segno che un eventuale peggioramento del trend - magari alla luce delle poche ritrovate libertà che la zona arancione ha portato con sé - potrebbe avere conseguenze ancor più pesanti sul piano della macchina sanitaria. Ragionare del Natale e di quel che potremo o meno fare per sentirci vicini a chi ci è chiaro è inevitabile. Ma farlo senza tenere conto di questi aspetti potrebbe riservare sotto l'albero sorprese molto più che sgradite.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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