Colpo a sorpresa: opera di Lattanzio Gambara in dono alla città

La Deposizione, passata all’asta un anno fa, è stata acquisita dalla Fondazione Brescia Musei. Sarà in mostra a novembre
Un dettaglio del «Lamento di Cristo» di Lattanzio Gambara
Un dettaglio del «Lamento di Cristo» di Lattanzio Gambara
AA

Il soggetto si addice di più alla Settimana Santa, ma quello che importa è il gesto. Così, il «Lamento di Cristo» di Lattanzio Gambara, acquistato da Fondazione Brescia Musei, sarà il «regalo di Natale» della Fondazione alla città. L’opera del maestro del ’500 bresciano sarà esposta a breve in una mostra-dossier intitolata «Il senso del nuovo. Lattanzio Gambara pittore manierista», accanto ad altri dipinti provenienti dagli Uffizi e dalle Gallerie Reali di Torino, e da collezioni del territorio.

Il dipinto era passato all’asta a Vienna da Dorotheum il 10 novembre 2020, dove non risulta sia stata battuta. È possibile che l’acquisto sia poi stato effettuato direttamente dalla proprietà, una collezione privata. Inizialmente attribuita alla scuola del maestro bresciano attivo tra la nostra città e Cremona, la tela è stata assegnata a Gambara da Marco Tanzi, tra i massimi studiosi dell’opera del pittore manierista.

Altre opere in arrivo

Ma la mostra dedicata a Lattanzio Gambara non è il solo appuntamento programmato da Brescia Musei per l’autunno-inverno. È infatti in arrivo in città un dipinto di Velàzquez proveniente dall’Hermitage di San Pietroburgo, che sarà esposto accanto alle tele del Pitocchetto presenti in Pinacoteca. Brescia Musei è abbottonata sui dettagli, ma potrebbe trattarsi del «Pranzo» dipinto dal maestro spagnolo attorno al 1617, a soli 18 anni, sotto l’influenza del naturalismo caravaggesco che dilagava in Spagna e del genere dei «bodegones», i mercati e le taverne che consentivano agli artisti di esprimere tutta la loro perizia nella descrizione meticolosa degli oggetti di uso comune. Con, nell’opera di Velázquez, la marcia in più costituita dall’empatia con i soggetti ritratti, uomini e donne del popolo che dialogano perfettamente con i «pitocchi» di Giacomo Ceruti.

Per due opere che arrivano, una è già partita. Si tratta dell’«Angelo» di Raffaello dalla collezione Tosio, approdato a Città di Castello (Perugia) dove ieri si è aperta la mostra «Raffaello giovane e il suo sguardo», fino al 9 gennaio. L’angelo è un frammento della Pala di San Nicola da Tolentino, presente nella cittadina fino al terremoto del 1789.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato