Colpi in gioelleria, fermata una banda di Sinti

L'organizzazione che si serviva anche di donne appariscenti e uomini ben vestiti operava nel Basso Garda
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Da Venezia a Brescia. La maxi operazione dei carabinieri del capoluogo veneto si è chiusa all'alba in terra bresciana stringendo nel cerchio una organizzazione di zingari Sinti specializzata nelle rapine a gioiellerie e rappresentanti di preziosi.

 Le indagini hanno accertato la responsabilità di alcuni indagati in numerosi assalti a rappresentanti orafi di tutto il nord Italia, per un bottino stimato in più di 1.000.000 di euro. Le ricerche, iniziate agli inizi del 2010, hanno permesso di individuare un folto gruppo di zingari, riconducibili all’area di Mestre (Venezia) e a quella del basso Lago di Garda che, legati da vincoli di parentela o amicizia, si dedicavano quotidianamente alle rapine e furti impiegando decine di mezzi e di risorse, ben supportati dalle seconde file, costituite principalmente da donne e ragazzi, sempre pronti a intervenire per garantire l’impunità e sviare gli accertamenti.


Secondo gli investigatori vi erano vari livelli dell’organizzazione: c’era chi aveva il compito di selezionare il rappresentante orafo (numerosi i casi di frequentazione di fiere internazionale sull’oro avvalendosi di elementi ben vestiti e anche di donne appariscenti), chi invece pedinava e raccoglieva informazioni sugli obiettivi; altri si interessavano a coprire i complici in caso di difficoltà. Alcuni obiettivi sono stati messi in allerta dall’Arma, che ha così fatto fallire i colpi.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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