Cittadinanza italiana, la Loggia approva una relazione per modificare l'iter

In Consiglio comunale è stata approvata la mozione di Restiamo Umani che punta a tutelare i diritti delle persone nate e cresciute in Italia
Nelle scuole bresciane sono 3.106 su 5.781 i bambini di origine straniera nati in Italia
Nelle scuole bresciane sono 3.106 su 5.781 i bambini di origine straniera nati in Italia
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La discussione in commissione Sicurezza ha confermato che centrodestra e centrosinistra hanno visioni opposte sul tema della cittadinanza e sul sistema legislativo attuale per la concessione dello status di cittadino.

È stata votata in Loggia la relazione (che propone al Consiglio comunale l’inoltro alla Giunta e la presa in considerazione del documento) sulla petizione della Rete Restiamo Umani, Diritto di cittadinanza. La petizione chiede al Consiglio comunale di Brescia di avviare una discussione per promuovere un’azione di sensibilizzazione degli organi legislativi per la modifica dell’attuale normativa sull’acquisizione della cittadinanza italiana, che favorisca la tutela degli stessi diritti per tutte le persone che nascono, vivono, studiano, lavorano nel nostro Paese.

La relazione è stata approvata, con la Lega che non ha partecipato al voto. In città i residenti stranieri di età tra 0 e 14 anni al 31 dicembre 2021 erano 7.409. Sono dati del Settore Informatica e Statistica del Comune di Brescia. Alla data del 4 gennaio 2023 gli studenti di origine straniera di primarie e medie cittadine nati in Italia erano 3.106 su 5.781, ovvero il 53% dei frequentanti. Le persone di origine straniera sono a loro volta il 35,5% del totale.

Davide Giori Cappelluti (Lega) ha attaccato: «Un pochino sa di spot andare ad approvare questa relazione a fine legislatura. È evidente che l’Amministrazione si esprime favorevolmente rispetto alla petizione. Sono convinto che la cittadinanza italiana non debba essere regalata se qualcuno non sposa la cultura del nostro Paese e respingo totalmente ogni automatismo. Nella relazione ci sono alcuni termini un po’ troppo di parte rispetto alla petizione. Ad esempio la frase "proposte di riforma della legge sulla cittadinanza volte a superare il più rigido ed escludente modello dello ius sanguinis". Ma noi non abbiamo un sistema ne rigido, ne escludente. Vedo una relazione troppo faziosa che sposa totalmente la petizione».

Giovanna Foresti (Pd) ha ribattuto: «Questi ragazzi che frequentano i nostri istituti e non hanno diritto alla cittadinanza, salvano la nostra scuola visto il calo demografico. Non abbiamo una legislazione che tuteli questi soggetti che nascono, vivono, studiano e poi lavorano nel nostro Paese».

Andrea Curcio (Pd) ha sottolineato: «Nella relazione non ci sono giudizi politici. È un dato oggettivo che il sistema di oggi è più rigido ed escludente di quello che si va a proporre. Non è campagna elettorale ma dare seguito a un impegno che ci eravamo presi». Massimo Tacconi capogruppo della Lega, ha argomentato: «La consigliera Foresti ha detto che questi ragazzi hanno salvato la nostra scuola. Forse bisognerebbe lavorare per invertire la tendenza e fare politiche a favore della natalità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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