Cicorione di spalle

Alcune maestre di Grado hanno deciso di fare la classica foto di gruppo riprendendo tutti di spalle
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Gli anni scorsi seminavo la cicoria pan di zucchero. Era una coltivazione soddisfacente ma non eccellente, sentivo che dovevo fare di più. Il destino ha voluto che incontrassi sul mio cammino di novello ortolano il cicorione gigante. È stato amore a prima vista. Ho messo a dimora direttamente le piantine, superando così la fase della semina con annessa osservazione della luna. I risultati sono esaltanti.

Le foglie sono talmente grosse da lasciarmi orgoglioso e incredulo per tanta generosità vegetale. Le foglie dei cicorioni sono talmente corpose che sembrano sorrette da una spina dorsale. Avvolgendosi una dopo l’altra danno le spalle a chi le guarda. Sono quindi perfettamente al passo coi tempi.

Alcune maestre di Grado, per reagire alla rigorosissima normativa sulla privacy degli studenti minorenni (che richiede firme e autorizzazioni come per un mutuo da un milione di euro), hanno deciso di fare la classica foto di gruppo riprendendo tutti di spalle. Nessuno ci ha messo la faccia. Tra venti, trent’anni quei ragazzini ormai adulti guarderanno quella foto e riconosceranno i compagni dalle nuche: quel testone era il Giovanni, quelle treccine erano della Valentina, e quella gobbetta precoce? A quello era Franceschino.

Il terzo millennio è stupefacente, all’asilo i bimbi si fanno i selfie con il pannolone e poi li condividono sui social, ma guai alle pericolosissime foto tra i banchi di scuola. Viviamo in un mondo splendido. Un mondo che volta le spalle, anche (e soprattutto), al buonsenso.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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