Cibo per i poveri alla mensa di un nido
L’Asl di Brescia nei giorni scorsi, durante i controlli ordinari in tema di prevenzione nell’ambito dell’igiene degli alimenti, ha rinvenuto nella mensa dell’asilo nido di una scuola dell’Ovest bresciano, il cui rifornimento alimentare e gestione sono in capo ad una società cooperativa, una partita di pasta e riso, perfettamente commestibile, riportante la dicitura Aiuto Ue prodotto non commerciabile».
Gli accertamenti prontamente avviati dall’Asl hanno visto la collaborazione con l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura e sono terminati il 22 dicembre scorso; da qui il rivolgersi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Brescia per la denuncia nei confronti della cooperativa che gestisce la mensa.
L’accusa è di «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche», reato previsto dall’articolo 640 bis del Codice Penale, in quanto sono stati rinvenuti alimenti provenienti dalla Comunità Europea e destinati alle persone indigenti per la preparazioni dei pasti nella mensa scolastica.
Nel corso dell’ispezione il personale di vigilanza della Direzione Gestionale Distrettuale numero 4, ritenuta anomala la presenza degli alimenti nella mensa in questione, ha provveduto al sequestro cautelativo degli stessi e ha avviato accertamenti per appurare la sussistenza di eventuali illeciti amministrativi e penali collegati alla fornitura ed utilizzo proprio degli alimenti rinvenuti.
Va ricordato che il cibo sequestrato è al tutti gli effetti un prodotto destinato al consumo, rispetta tutti i requisiti igienico sanitari, ma fa parte di derrate alimentari provenienti da aiuti comunitari destinati a strutture caritative senza fini di lucro.
L’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, organismo italiano con competenza per l’erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, stabilisce le modalità di distribuzione di questi aiuti. L’indagine dell’Asl si è concentrata sul fatto che gli alimenti sono stati rivenuti e utilizzati in una struttura diversa da quella a cui sono stati destinati e per questo, dopo l’ispezione nella mensa e la conseguente scoperta, è stato deciso che fosse necessario rivolgersi al tribunale.
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