Chiude la Scuola del restauro di Botticino: i ricordi degli studenti

L’Enaip, che a settembre si trasferisce a Milano, nei decenni è stata fucina di professionisti, che raccontano la loro esperienza
La Scuola di restauro a San Gallo di Botticino - Foto © www.giornaledibrescia.it
La Scuola di restauro a San Gallo di Botticino - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un trasferimento che è molto di più, è un passaggio storico. Da settembre la Scuola di restauro per la valorizzazione dei beni culturali Enaip, che da decenni ha sede sul colle della Trinità a San Gallo di Botticino, si trasferisce a Milano, attività e laboratori saranno nella zona di Bovisa del Politecnico.

Tra qualche settimana quindi il complesso monastico sarà vuoto e silenzioso, nessun volto chino su pezzi di arte, cultura e patrimonio intento a mitigarne le ferite portate dallo scorrere del tempo. La notizia di una storia che si chiude dopo 48 anni ha ovviamente raggiunto anche chi tra quelle antiche mura ha costruito il proprio futuro professionale.

«La fama di Botticino io l’ho conosciuta in ambito accademico – racconta poi la bergamasca signora Silvia – con tutor e docenti che la inquadravano come più importante del nord Italia, e l’ho frequentata dopo la laurea. Nel mondo del lavoro, ho poi verificato che studi e botteghe di settore hanno un occhio di riguardo per quanti provengano da questa scuola».

«Dispiace apprendere che una provincia come quella di Brescia, con un patrimonio così vasto – racconta la signora Alba, restauratrice e collaboratrice della Soprintendenza formatasi proprio all’Enaip tra il 1982 e il 1985 – possa perdere un riferimento formativo come la Scuola di Restauro. Io vi sono approdata da Milano, ammessa tra 12 su una selezione di 100 candidati. La preparazione ricevuta, veicolata da docenti appassionati, fu tale che, non appena tornai nel capoluogo lombardo, trovai subito impiego in uno dei più grossi laboratori di restauratori del tempo».

Da sempre a caratterizzare la formazione offerta dall’Enaip è la massiccia componente laboratoriale a fianco della teoria. «Io poi mi sono spostata a Brescia - prosegue Alba - dove oggi vivo e lavoro e continuo a trovare, nei ragazzi che vengono da me a fare stage, e nei colleghi che incontro una preparazione ad ampio spettro di ottimo livello».

Non a caso, dalla scuola, che si è presa cura del patrimonio locale, ma anche nazionale (solo per fare due nomi, ha operato anche su De Chirico e Medardo Rosso), oltre a quanti mettono mano ad opere, affreschi, monumenti lapidei e lignei, sono usciti anche docenti, curatori museali e responsabili di gallerie, funzionari della Soprintendenza. «Io sono giunta a Botticino dalla provincia di Milano – ricorda la signora Francesca che, una decina di anni fa, all’Enaip ha acquisito la qualifica di collaboratrice del restauratore – su consiglio di una restauratrice che operava nel milanese da diverso tempo e che aveva frequentato proprio la scuola, e di una collega proveniente invece da un altro istituto che aveva però appurato la preparazione di allievi Enaip che da lei facevano gli stage. Quello fatto è stato un bel percorso che mi ha dato un’infarinatura generale in settori differenti, permettondomi poi di spendermi, nel mondo del lavoro, su beni diversi. E i giovani colleghi che oggi incontro, che arrivano da lì, hanno tutti una buonissima preparazione. È un peccato che ora ci sia questo trasferimento: certo Milano offrirà più possibilità, ma il contesto in cui si collocava sin qui la scuola non ha eguali per fascino e storia».

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