Chiamate selvagge, il nuovo Registro delude: non blocca il telemarketing
Due mesi fa la speranza di dire addio alle telefonate selvagge, oggi le accuse di «cilecca» del Registro delle opposizioni fioccano. In base alle stime del Codacons, circa la metà di chi si è iscritto continua a ricevere telefonate commerciali proprio come prima.
Anche a Brescia - secondo Federconsumatori - i numeri sarebbero simili, con una percentuale che oscilla tra il 30 e il 50% di lamentele, tanto che tra disillusione e amarezza sono in pochi a credere all’efficacia dello strumento.
Testimonianze
«Solo oggi ho ricevuto tre chiamate: dal Regno Unito, dall’Albania e dal Marocco - racconta Alessio - eppure sono forse stato tra i primi a registrarmi sul portale delle opposizioni». La maggior parte delle chiamate, d’altronde, arriva proprio da call center esteri, specie dal Regno Unito. È quanto emerge dal dossier che l’Unione nazionale consumatori ha raccolto sulla base di tutte le proteste ricevute in questi giorni. Il documento è stato intanto inviato all’Antitrust e al Garante della privacy affinché accertino i committenti responsabili di queste violazioni.
E dal report si può ricostruire anche quali siano gli operatori attualmente più molesti: in testa alle lamentele svettano le compagnie telefoniche, al primo posto col 30% dei reclami pervenuti. Seguono, a ruota, le società di luce e gas con il 29,2% delle segnalazioni e quelle di trading online (con il 25%).
Il riscontro empirico arriva dalle testimonianze dei bresciani: «In una settimana ho contato addirittura 8 chiamate - dice Marco -, quattro di queste erano di compagnie telefoniche, due di società di energia e altre sconosciute».
Perché il Registro non funziona
I motivi del fallimento del Registro delle opposizioni potrebbero essere due: da una parte lo stesso strumento non sta ancora funzionando a pieno regime e molti operatori ancora non si sono accreditati sulla piattaforma ufficiale, dall’altra - come si temeva già nei mesi scorsi - gli operatori hanno subito trovato escamotage per aggirare le nuove disposizioni e sfuggire alla legislazione italiana: call center ubicati all’estero, operatori non iscritti al Roc, software che generano numeri chiamanti finti e non rintracciabili. Non solo: se ci si iscrive al Registro e in seguito si dà l’assenso, e i dati, ad una società il danno è fatto. Cosa si può fare allora, per dire «no»? Un’ultima strada passa per il Garante della privacy. L’utente può esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei dati attraverso il modello scaricabile dal sito del Garante. E poi sperare.
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