Chi è Maurizio Tramonte, condannato per piazza Loggia

Ex militante di Ordine Nuovo, oggi sconta l'ergastolo. Collaborò con i servizi segreti come fonte Tritone e tentò la fuga in Portogallo
Maurizio Tramonte al momento della presa in consegna a Fiumicino nel 2017 - Foto Ansa/Telenews © www.giornaledibrescia.it
Maurizio Tramonte al momento della presa in consegna a Fiumicino nel 2017 - Foto Ansa/Telenews © www.giornaledibrescia.it
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Maurizio Tramonte è uno dei protagonisti chiave nel processo di piazza Loggia a Brescia. Settant’anni, Tramonte è un ex militante di estrema destra che nel 2017 è stato condannato all’ergastolo come esecutore materiale della strage che il 28 maggio 1974 ha provocato otto morti e 102 feriti.

È passato alla storia della strage di piazza Loggia dapprima come collaboratore di giustizia poi come indagato e oggi come unico imputato condannato all’ergastolo per la bomba di piazza Loggia ancora in vita

Il ruolo nei servizi segreti

Della sua esistenza, dell’esistenza della sua collaborazione con il Sid (i servizi segreti italiani) la giustizia viene a sapere nella seconda metà degli anni Novanta, quando diventano di attualità le relazioni confidenziali di quella nota come «Fonte Tritone». Indagando sull’identità del misterioso infiltrato nell’estrema destra veneta dai servizi segreti, che con le sue veline raccontò in tempo reale gli incontri preparatori della strage, ma anche le trame nere della prima metà degli anni Settanta, gli inquirenti risaliscono a lui. Tramonte così inizia una lunga collaborazione con il capitano del Ros Massimo Giraudo nel corso della quale rivela numerosi retroscena dell’attentato cercando di mettersi al riparo dall’indagine e dal processo per strage affermando di aver già detto tutto per tempo al suo manovratore, un fantomatico Alberto cui l’inchiesta non solo non ha mai attribuito una reale identità, ma che anzi si è rivelato per Tramonte un paracadute bucato. 

Le tre fotografie d'epoca al centro della richiesta di revisione - © www.giornaledibrescia.it
Le tre fotografie d'epoca al centro della richiesta di revisione - © www.giornaledibrescia.it

Scoperto il bluff, venuto meno l’alibi, la fonte Tritone nel 2002 ritratta tutto. Troppo tardi. Le sue veline e le confessioni fatte in aula, anche nel corso del processo per la strage di piazza Fontana, sono giudicate credibili e contribuiscono, insieme alle testimonianze di due compagni di cella che raccolsero la sua confessione circa la partecipazione all’attentato di piazza Loggia, all’ergastolo che ora sta cercando di far cancellare.

Da Ordine Nuovo alla fuga in Portogallo e alla condanna

Ai tempi della strage di piazza Loggia Tramonte è un ventenne che milita nel movimento neofascista Ordine Nuovo fondato nel 1969 da alcuni militanti del Centro Studi Ordine Nuovo di Clemente Graziani fuoriusciti dal Movimento Sociale Italiano (Msi).

Nato a Camposampiero in provincia di Padova il 4 agosto del 1952, Tramonte entra nell’Msi da adolescente e tra gli anni Sessanta e Settanta diventa informatore dei servizi segreti (Sid) con il nome in codice di «Fonte Tritone». Una perizia della procura di Brescia lo avrebbe individuato in una fotografia scattata proprio poco dopo lo scoppio dell’ordigno. Dopo la strage, Tramonte si sposta a Matera. Nel 2005 viene rinviato a giudizio insieme agli altri cinque principali imputati della strage: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Pino Rauti, Francesco Delfino, Giovanni Maifredi. Dopo una prima assoluzione e un non luogo a procedere per prescrizione di reato, nel 2014 la Corte di Cassazione annulla le assoluzioni di Maggi e Tramonte, che il 22 luglio 2015 vengono condannati all’ergastolo.

La condanna definitiva arriva due anni dopo, il 20 giugno 2017. Fino a pochi giorni prima Tramonte è a Brescia e gestisce un'agenzia immobiliare, ma scappa in Portogallo dove viene però arrestato a Fatima ed estradato nel dicembre dello stesso anno. «Non stavo scappando, se avessi voluto lo avrei fatto anni prima» dice al momento del fermo. Dopo un periodo nel carcere di Rebibbia, Tramonte sconta l’ergastolo a Fossombrone, nella Marche.

Oggi è in corso l’udienza per la richiesta di revisione del processo a suo carico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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