Che cos'è la shaboo, veleno d'Oriente
A Brescia da anni era solo una leggenda. Da ieri è purtroppo un incubo diventato realtà, che impone massima attenzione alle forze dell’ordine per prevenire lo spaccio su strada e all’interno di gruppi ristretti, e alle istituzioni sanitarie per la cura e il recupero dei consumatori.
Con una complessa operazione antidroga i carabinieri della stazione di piazza Tebaldo Brusato hanno arrestato due spacciatori, un filippino classe 1976 e una donna thailandese nata nel 1982, recuperato una trentina di dosi di shaboo, la pericolosissima droga sintetizzata in giappone alla fine del XIX secolo e prodotta in laboratori clandestini delle Filippine.
La shaboo è ritenuta una droga etnica, molto diffusa nelle comunità di orientali in Italia, in particolare filippini, thailandesi e cinesi e che viene gestita da reti di importazione all’ingrosso e spaccio al dettaglio ben radicate all’interno delle comunità.
Negli ultimi anni, soprattutto nel Milanese, si è assistito dalla diffusione della shaboo anche tra persone di altre nazionalità. La shaboo, come le «sorelle» americane blue sky o crystal meth è un potentissimo stimolante.
Annulla la stanchezza e l’appetito per periodi che possono arrivare anche a 20 ore e si ritiene abbia un effetto stimolante 8-10 volte superiore alla cocaina, lasciandosi però danni devastanti sul fisico. Il totale sfinimento infatti lascia presto spazio, oltre alla dipendenza, a comportamenti irrazionali e violenti, ma anche a convulsioni, totale mancanza di sonno, perdita di appetito, di denti e di capelli, e per alcuni perfino la deformazione del viso e danni irreversibili alle cellule cerebrali.
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