Che cosa fa un'estetista oncologica
Nel centro estetico di via Noce, Cristina Fornari lavora dal 2010, quando appena diciannovenne decise di aprire Ocean Spa per dedicarsi al benessere delle sue clienti tra cerette, ciglia finte, unghie in gel e massaggi drenanti.
La svolta arriva a gennaio 2018, nel momento in cui l’estetista capisce di doversi specializzare in qualcosa di molto diverso per venire incontro ai bisogni di alcune sue clienti: «Ne ho tante in terapia oncologica - confida Cristina -. Attualmente in cura sono una quindicina, quelle che hanno finito sono circa il doppio. Volevo farle sentire meglio».
Perdita di capelli, di ciglia e sopracciglia, nausee, pallore, pelle secca, aumento o perdita di peso sono infatti alcuni degli effetti collaterali delle terapie che contribuiscono a fiaccare la persona da un punto di vista fisico e psicologico. Cristina vive da vicino queste situazioni drammatiche, e decide di voler intervenire, per alleviare per quanto possibile questa sofferenza. Così, dopo un corso di formazione intensivo a Milano, ottiene la certificazione internazionale in Oncology Esthetics per trattare le clienti in cura «in modo sicuro e personalizzato» come spiega la direttrice di Oti (Oncology training international) Italia, Angela Noviello.
«Non esiste un protocollo di lavoro, partiamo da metodi scientifici e insegniamo a estetiste e infermieri le singole procedure da adattare al paziente. Ad esempio, in caso di piastrine basse sappiamo che non è possibile praticare un massaggio intenso, il rischio è creargli delle ecchimosi. Vanno inoltre usati prodotti particolari perché a causa della chemioterapia la barriera dermica diventa più fragile e sensibile, e assorbe i principi attivi del cosmetico» prosegue Noviello.
La formazione per aspiranti estetiste oncologiche si basa su lunghe ricerche avvalorate a settembre 2017 da uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers of Psychology, «Health in the mirror», nato a sua volta (nel 2013) dal progetto «Salute allo specchio» dell’ospedale milanese San Raffaele. I risultati ottenuti sono molto incoraggianti: gestire da un punto di vista estetico gli effetti collaterali di trattamenti e terapie ha conseguenze positive sulla psicologia del paziente.
«Ogni cliente arriva con la cartella clinica e prima di procedere con il trattamento di bellezza scelto mando una richiesta al loro medico curante - spiega ancora Cristina -. Oltre al supporto psicologico iniziale faccio massaggi rilassanti con manovre leggerissime e tratto tutte le esigenze della cute in maniera diversa rispetto al normale, anche le cicatrici post terapia se il medico mi autorizza» racconta descrivendo una giornata tipo.
«Qualche cliente viene qui dopo che è scattato il passaparola in ospedale: "Non sapevo se potevo, cosa potevo fare" mi dicono. Qui possono togliersi la parrucca, spogliarsi senza problemi e anche senza capelli e senza seno non si sentono in imbarazzo».
A pochi mesi dalla certificazione Cristina è convintissima della scelta fatta: «Il lato umano di queste situazioni mi ha sconvolto, con pochi gesti puoi cambiare la giornata di una persona. Arrivano con il mal di testa, la nausea, l’ansia e se ne vanno alleggerite» prosegue emozionata. «E i sorrisi con cui escono, quelli sono impagabili».
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