Che bambino è stato chi ha commesso un femminicidio?
La cronaca recente ci costringe a riaffrontare il tema del femminicidio, deprecabile fenomeno che angoscia la società. Come mamma e donna, provo a cercare - nella personalità di questi assassini - i bambini che sono stati e che, tenere piantine, dovevano essere opportunamente indirizzati e supportati con il dovuto impegno.
Ci sono state carenze educative? O forse l’ambiente sfavorevole ha influito? Difficile districarsi perché questi assassini vengono dalle più diverse estrazioni sociali. È certo che, precocemente, anche il più lieve indizio di propensione alla prepotenza, all’egoismo e alla violenza, deve essere prontamente dirottato verso il più rigoroso rispetto «dell’altro».
Ovviamente, non ci sono garanzie che un aiuto in tal senso, da parte della famiglia e della scuola possa essere determinante, ma d’altra parte è l’unico comportamento che rimane imprescindibile per chi è preposto alla formazione di qualsiasi individuo. Ma ciò sicuramente non basta. Uccidere per sancire il possesso di una donna è talmente assurdo e inaccettabile che rende difficile, anzi impossibile, trovare una causa.
Resta il fatto che questi eventi si ripetono e lasciano soltanto sgomento. Sarà quindi affidato alla giustizia il compito e il dovere di intervenire con punizioni drastiche ed esemplari, senza sconti o attenuanti, per confermare il doveroso rispetto verso le vittime e gli orfani, che perdono entrambi i genitori nel modo più traumatizzante. Questo si aspetta la società, coinvolta dal dilagare di eventi ingiustificati e soprattutto inaccettabili.
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