Centro d’accoglienza a Flero: volontari al lavoro per allestirlo entro il weekend
Anche il nodo accoglienza nel Bresciano si scontra con la burocrazia e le difficoltà delle sovrapposizioni delle competenze. Questo al di là del tema emergenziale della materia, tanto da lasciare spazio ad una serie di riflessioni su come viene affrontata l’accoglienza degli stranieri e dei profughi pur nella ricchezza finanziaria e culturale della nostra provincia.
Un fattore che lascia passare in secondo piano il rifiuto della Loggia verso l’accoglienza dei 25 ospiti, dirottati quindi in questo vecchio capannone dismesso, con l’accettazione della decisione prefettizia subita del Comune di Flero, col sindaco Alberti che si rincuora affidandosi «alla garanzia del sapere che a gestire ci sarà la Croce Rossa Italiana».
I lavori
Così mentre la CRI chiama a raccolta i volontari «per completare la struttura di smistamento per concludere gli allestimenti già in questo fine settimana» come specifica la presidente provinciale, Carolina David, emerge intanto che il deposito un tempo utilizzato da una carrozzeria, finito poi allo Stato, è ancora ad oggi privo di allacciamento elettrico: non a caso nei giorni scorsi era apparso un gruppo elettrogeno che tuttavia non può essere utilizzato.
Intanto i primi ospiti potrebbero arrivare già settimana prossima. «L’allacciamento verrà certamente effettuato nei prossimi giorni» spiegano fonti vicine e Cri ma intanto lo spazio dismesso oggi resta al buio. Non consola vedere all’esterno un rimorchio con dei bagni da campo della Protezione Civile di Brescia. «Spazi allestiti da bagni campali per garantire le docce divise tra uomini e donne» spiegano le stesse fonti.
Convenzione
Altra mancanza da registrarsi ad oggi è la convenzione per la gestione: «L’atto tra Prefettura e Croce Rossa Italiana verrà sottoscritto nei prossimi giorni» conferma un’altra fonte vicina alla Prefettura di Brescia. Ma ad oggi l’atto non c’è.
Difficile dunque ipotizzare che gli «ospiti» decisi nell’aliquota del 12% del flusso previsto dalla Prefettura di Milano possano quindi giungere come qualcuno sostiene già venerdì. Il centro di smistamento consta oggi della ventina di brandine blu dal telaio in alluminio allineate nel capannone, tra compartimentazioni di reti da cantiere che dividono le aree di adulti da quelle dei minori e tra uomini e donne.
Restano poi altri nodi: se ci saranno bimbi, pure nella permanenza di pochi giorni, dove giocheranno? Il capannone ha un cortile largo qualche metro privo di ombra e verde. Un’attività quella del centro di smistamento che dovrebbe durare sino al 15 ottobre. Da gennaio la Prefettura dovrebbe destinare l’area a deposito di atti.
Da qui ad allora negli spazi di cemento saranno accolti uomini, donne e minori in attesa di passare ai Cas. Ad attendere gli «ospiti» medici e infermieri di Cri, mentre per i più piccoli dovrebbero essere i volontari ad occuparsi dei loro bisogni. Si parla sin da ora di «corsi di alfabetizzazione o di formazione al lavoro», pur per presenze di qualche giorno. Sperando che la burocrazia non ci metta ancora lo zampino.
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