Centri massaggi, arriva il giro di vite su sicurezza e igiene
Più controlli perché i centri massaggi siano veramente tali. Ad annunciarli è la Regione Lombardia, che garantisce l’entrata in vigore a luglio del regolamento in grado di garantire maggiore sicurezza sia dal punto di vista della legalità, sia dal punto di vista dell’igiene. Così nel Bresciano. Ma quanti sono sul nostro territorio i centri massaggi?
Un dato non facile da reperire, soprattutto perché non esiste una voce specifica che li identifichi come tali alla Camera di commercio. I centri infatti (come riportiamo nella tabella accanto, con i numeri forniti e aggiornati dal Centro studi della Camera di commercio di Brescia) rientrano nella categoria «Servizi di centri per il benessere fisico», dai quali vengono esclusi (doveroso sottolinearlo) gli stabilimenti termali. Rientrano invece nella voce citata i centri estetici con massaggi. Insomma, una voce nella quale trovano senza dubbio spazio coloro che fanno onestamente il loro lavoro, ma nella quale però si possono infilare anche coloro che hanno un doppio fine.
I dati, relativi al primo trimestre del 2018, mostrano come in totale siano 136 i «centri per il benessere fisico», con la città a fare ovviamente la parte del leone con 56 strutture. Stupisce però il dato della Valtrompia, che ne conta 18: sei solo a Concesio, quattro a Sarezzo, tre a Villa Carcina, due a Lumezzane e Gardone Valtrompia e uno a Marcheno. Per quanto riguarda invece i laghi, sono cinque quelli presenti a Desenzano e tre invece a Iseo. Brescia e provincia peraltro, a livello regionale, con 136 centri si piazzano al secondo posto dietro soltanto a Milano (546).
Proprio dalla Regione è arrivato il monito dell’assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato dopo la chiusura a Milano di un centro massaggi che in realtà nascondeva un giro di prostituzione. «Regione Lombardia - ha detto l’assessore - ha promulgato un regolamento che norma gli aspetti igienico-sanitari e di decoro urbano, operativo dal prossimo mese di luglio che, se verrà fatto rispettare dalle Forze dell’ordine, porterà alla chiusura di quei luoghi cosiddetti del benessere, ma che non hanno nulla a che fare con tale definizione».
Ovvio quindi che l’intervento non vuole essere mirato a coloro che fanno in maniera onesta il proprio lavoro, ma a chi dietro a un’insegna di centro massaggi mette in atto altre «faccende». «In particolare - ha concluso l’assessore - l’articolo 2 del regolamento va ad incidere su tutta la parte del decoro urbano, strumento per le Amministrazioni locali per togliere, o almeno andare a rivedere, l’aspetto riguardante luci e vetrofanie oscuranti in modo tale da smascherare coloro che hanno altri fini». C’è poi l’articolo 1, che va a specificare tutte le norme igienico-sanitarie e di sicurezza che devono essere rispettate dai centri massaggi e da coloro che li gestiscono. Si va dalla pulizia dei locali e degli arredi alla corretta postazione di lavoro, fino all’informazione che deve essere data correttamente al cliente riguardo sia gli eventuali rischi legati ai prodotti usati sul corpo, sia alle possibili controindicazioni rispetto ai trattamenti manuali previsti.
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