Centraline senza corrente, Arpa promette: «Agiremo»
«Se guardo questa vicenda con gli occhi del cittadino non posso che arrabbiarmi. Va bene la burocrazia, ma due anni mi sembrano davvero troppo». Direttore del dipartimento Arpa Brescia dal primo luglio scorso, Fabio Cambielli si ritrova a dover gestire una storia assurda e paradossale venuta alla luce nei giorni scorsi, grazie all’interessamento degli ambientalisti del Tavolo Basta veleni: la presenza cioè sul suolo cittadino di due centraline per la rilevazione delle polveri sottili, una sul ring, in via Tartaglia, l’altra in via Sabbioneta a San Polo, installate nell’ottobre del 2018 e ancora «spente».
A sollecitare l’Arpa era stato Cesare Giovanardi con una lettera inviata il 21 febbraio scorso, in epoca pre-Covid: «La mancata attivazione delle due nuove stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria bresciana - era stata la risposta di Elena Bravetti, direttore del settore monitoraggi ambientali di Arpa Lombardia - è dovuta al fatto che non è ancora disponibile l’alimentazione elettrica». Assurdo, ma vero. Dopo aver speso diverse migliaia di euro per due centraline di ultima generazione, in due anni nessuno si è preoccupato di installare una presa per dare la corrente necessaria e metterle in funzione.
«In realtà - aggiunge Cambielli - oltre la corrente, ho scoperto che manca anche la connessione dati che serve per trasmettere le rilevazioni delle polveri alla centrale. Se da cittadino mi indigno, da direttore dell’Arpa di Brescia mi impegno a intervenire su Milano per fare in modo che al più presto possano entrare in funzione. Spero al massimo entro gennaio 2021».
E veniamo, quindi, al nodo delle responsabilità. Tutta la vicenda aveva scatenato l’ira dei comitati ambientalisti che negli anni passati si erano battuti per l’installazione di centraline in zone strategiche, «che misurassero l’inquinamento dell’aria là dove serve - precisa Maurizio Bresciani, del Comitato salute per la rinascita del Centro storico -. Non può essere la stazione di monitoraggio del Broletto, zona a traffico limitato, a darci la corretta lettura di come sta l’aria di Brescia».
Il tavolo Basta veleni punta quindi il dito contro la Loggia, che nel merito della vicenda, responsabilità non ne ha: «Il Comune qui non c’entra - assicura Miriam Cominelli, assessore all’Ambiente - non ci sono inadempimenti da parte nostra. Arpa Lombardia si è impegnata a risolvere il problema». Ma questa storia, però, non è nuova nella nostra città. In località Bettole a San Polo nel 2000 era stata installata una centralina che ha funzionato solo per un anno e poi è stata spenta: «Aveva livelli tre volte superiori a quella del Broletto - ricorda Marino Ruzzenenti - e per questo fu abbandonata. Su questo tema non c’è trasparenza e il Comune in questo è pienamente responsabile». A riprova di quanto dicono, gli ambientalisti sollevano un quesito: «Sul sito internet "qualità dell’aria" della Loggia fino a pochi mesi fa era possibile confrontare i livelli di Pm10 con gli anni passati. Ora non più. Perché?». L’assessore Cominelli ha assicurato che se ne occuperà.
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