Cene e feste di quartiere, aumentano le presenze rispetto al pre-Covid

Voglia di partecipare ma anche regole da seguire per garantire la sicurezza
La cena di quartiere al Villaggio Badia - © www.giornaledibrescia.it
La cena di quartiere al Villaggio Badia - © www.giornaledibrescia.it
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Presenze triplicate. Non sul 2020 o sul 2021, ma addirittura rispetto ai numeri pre-Covid. Alle cene di quartiere come alle feste dell’oratorio, o delle associazioni come quella di Mompiano. È il segnale che i bresciani hanno davvero tanta voglia di uscire di casa e incontrarsi con altre persone, fare quattro chiacchiere anche con perfetti sconosciuti seduti allo stesso tavolo mentre si gustano un piatto di lasagne o un pane e salamina. I numeri sono lì da vedere, e le prime cene di quartiere in città lo dimostrano.

Numeri e regole

«Se nel 2019 partecipavano dalle 70 alle 100 persone - afferma l’assessore alla Partecipazione Alessandro Cantoni - quest’anno siamo partiti con 350 a Caionvico, 270-300 alla Badia e 150 a Borgo Trento. A questi vanno aggiunti quelli che si presentano all’ultimo senza aver prenotato. Oltre alla cena ci sono poi l’intrattenimento musicale e per i bambini, il 15 luglio a Lamarmora ci sarà uno spettacolo teatrale itinerante».

Il Covid non è scomparso, come ci si comporta? Qualcuno indossa la mascherina, altri no visto che non c’è alcun obbligo, ma i tavoli sono piuttosto distanziati. Alla Badia il Cdq ha consegnato mascherine a chi era in coda per ritirare la cena. E a chi si è seduto a uno dei tavoli allestiti, si sono aggiunti coloro che, isolati in quarantena, si sono fatti portare a casa un piatto da vicini o amici per non rinunciare... al sapore della festa.

A Mompiano e alla Badia

Numeri da capogiro anche alla Festa delle Associazioni in corso fino a domenica 17 al Parco Castelli. «Sabato scorso abbiamo servito circa 1.500 persone - spiega Marina Rossi, presidente della Pro Loco -. La paura del virus forse qui è superata dal fatto che siamo all’aperto, e i tavoli sono distanti tra loro. Vediamo la gente molto serena, tanta voglia di uscire, c’è allegria e voglia di vivere». E non basta il tempo della cena. Le persone stanno a chiacchierare anche per ore dopo aver bevuto il caffè.

«Qui da noi sono rimasti seduti a parlare fin dopo le 23, l’orario di chiusura - racconta la presidente del Cdq Villaggio Badia, Marcella Pilotta -. Continuavano a chiacchierare fino a quando i ragazzi hanno iniziato a smontare i tavoli e a portar via le sedie. Alla serata hanno collaborato i negozianti, che hanno offerto i cento premi messi in palio dalla lotteria e contribuito alla spesa dell’animazione per i bambini. Devo dire che le persone avevano proprio bisogno di un momento come questo, di socializzazione, e le cene di quartiere hanno risposto appieno a questa esigenza».

Come detto, alla Badia, insieme al braccialetto che serve come segno di prenotazione, il Cdq ha consegnato le mascherine a chi si metteva in coda per ritirare la cena, «mascherine da indossare quando si era un po’ ammassati e negli spostamenti. Ma è stata un’ottima idea anche l’asporto. Abbiamo registrato una fortissima collaborazione da parte dell’amministrazione comunale e voglio sottolineare la presenza preziosa di Cristian Delai, presidente di Palcogiovani». Delai conferma: «Alle cene sta andando tutto molto bene. Lo spazio per tenere distanziate le tavolate c’è e lo usiamo tutto. La gente è contenta ed è quello che volevamo. Anche in Castello, al Belvedere030 va benissimo». Una buona cena con una vista mozzafiato sulla città.

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