Cave di marmo: aperte le buste, nessuna offerta dall'estero

Nessun operatore internazionale, l’attività di escavazione del marmo resterà principalmente in mano ad aziende locali. Questo l’esito, ancora provvisorio, della procedura di assegnazione delle aree di cava relative all’ambito Ate O3 (il cosiddetto sinistra Rino), per il quale il Comune ha emesso il primo bando di gara ad evidenza pubblica.
Le offerte andavano presentate entro il 4 maggio e sono state aperte lunedì in municipio, alla presenza del segretario Alberto Bignone, del sindaco Donatella Marchese e del geometra Giacomo Rumi dell’Ufficio cave. Delle tre offerte pervenute, due non sono state accolte per la mancanza dei requisiti richiesti dal bando: solo una è stata ritenuta valida ed è quella presentata da un consorzio costituito da cinque operatori, quattro dei quali sono aziende del territorio già operanti nel bacino.
Altre verifiche. Ora la commissione proseguirà con le verifiche sulla sussistenza di tutti i requisiti, valutando l’offerta non solo dal punto di vista tecnico ed economico, ma più complessivamente sul progetto presentato. Del resto nel bando approvato dal Comune, dopo lungo dibattito e polemiche, sfociate anche in ricorsi al Tar ancora pendenti, era stato esplicitato che l’offerta economica avrebbe avuto un valore del 25% sul punteggio complessivo. Si era deciso, in un’ottica di tutela degli occupati del settore, di prevedere l’accettazione delle clausole sociali come requisito generale di partecipazione e l’attribuzione di valore nell’offerta tecnica a chi assume i dipendenti attualmente impiegati nel comparto, con punteggio massimo a chi ne assume il maggior numero.
Ancora, tra i criteri alla base dell’assegnazione erano state fissate le modalità di coltivazione e valorizzazione del prodotto, anche dal punto di vista ambientale, della sicurezza sul lavoro, delle tecniche di coltivazione e dell’esperienza diretta nel settore.
«Valutazione positiva». I nomi delle aziende che fanno parte del consorzio saranno rese note nei prossimi giorni, mentre proseguirà - come accennato - il lavoro della commissione giudicatrice. Per il momento, in attesa che si arrivi, a verifiche concluse, all’aggiudicazione dell’ambito estrattivo, il sindaco Donatella Marchese esprime una «valutazione positiva» per il fatto che al bando abbiano partecipato aziende locali: «Lo spauracchio di grossi operatori internazionali - evidenzia il primo cittadino - non si è concretizzato e l’attività estrattiva continuerà ad essere svolta da aziende locali». Come accennato, le decisioni del Comune per l’assegnazione delle aree di cava hanno sucitato proteste degli operatori, che hanno presentato diversi ricorsi al Tar: tre contro la delibera che fissa i criteri di affidamento per l’ambito Ate O2 (destra Rino) e tre per l’annullamento del bando di gara per l’ambito Ate O3, ora in fase di assegnazione. Sul punto il sindaco dichiara: «Siamo fiduciosi in una risoluzione rapida dei ricorsi giudiziari; nel contempo lavoriamo per regolamentare l’attività nel bacino nel periodo tra l’assegnazione dei bandi e l’eventuale risoluzione dei ricorsi, per prevenire qualsiasi scenario ed evitare il fermo dell’attività estrattiva».
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