Cava Castella, per i Comuni «risarcimento inaccettabile»
Aspettare o sedersi ad un tavolo e contrattare con l'azienda? È il dilemma che si trovano davanti i Comuni di Brescia, Rezzato e Castenedolo. Che se da un lato sperano nell’esito del ricorso presentato contro la realizzazione della Cava Castella, dall’altro devono valutare se cercare un accordo in piena regola, che potrebbe essere «più vantaggioso» (se contrattato)
Cava Castella, capitolo secondo: la società detenuta al 100% da Garda Uno ha depositato la proposta di atto unilaterale d’obbligo (i termini per la presentazione scadevano ieri), il documento che in buona sostanza oltre a chiarire il nodo fideiussione va a stabilire anche le future compensazioni per i Comuni.
Cosa ha messo sul tavolo l’azienda? La proposta - legittima dal punto di vista amministrativo e basata sui criteri contenuti nell’Autorizzazione integrata ambientale - presenta un vero e proprio paradosso: agli enti, infatti, si concede la possibilità di smaltire gratuitamente all’interno della discarica - alla cui realizzazione sono fermamente contrari - un quantitativo di rifiuti nell’arco del decennio, ossia per la durata dell’autorizzazione.
In particolare, l’accordo propone un conferimento gratuito di 36mila metri cubi ciascuno per Brescia e per Rezzato e di 18mila metri cubi per Castenedolo. Chiarendo che qualora le Amministrazioni non sfruttassero la capienza appieno o per nulla, il controvalore di quello smaltimento verrà monetizzato di anno in anno. Il che, per Brescia e Rezzato, significherebbe incassare all’incirca 2 milioni di euro in dieci anni. «La distribuzione - si legge nel documento - potrà essere variata su accordo dei Comuni».
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