Cauto: il bilancio sociale nel segno del bene comune

Incrementati i lavoratori del 5%, fatturato oltre i 17 milioni di euro. A ciò si affianca l'impegno sociale verso la comunità
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Partecipazione e coinvolgimento sono i punti fermi del bilancio sociale 2017 di Cauto. Perché il bene comune è l’obiettivo della cooperativa guidata da Alessandro Zani, concetto non solo astratto ma misurabile anche attraverso i numeri. I dipendenti sono diventati 408 (+26 lavoratori rispetto al 2016), con 121 persone in progetto di inserimento lavorativo (+9).

Ma il lavoro, oltre ad essere un vero e proprio strumento di «riscatto sociale», genera reddito e, allo stesso tempo, riduce enormemente l’utilizzo di strutture pubbliche quali ad esempio ospedali, comunità terapeutiche e carceri: per la Pubblica amministrazione il risparmio in termini di costi sociali è stato di oltre 320mila euro. A queste cifre si aggiungono anche quelle relative alla ricaduta sociale.

Tra le attività storiche e di maggiore impatto c’è la Dispensa Sociale per il recupero degli scarti alimentari e la distribuzione a scopo solidale: ha visto un incremento delle persone fruitrici, ora salite a circa 10mila (+ 3mila rispetto al 2016). Più di 12mila invece i libri salvati dal macero e rimessi nelle mani di nuovi lettori grazie ad una filiera dedicata ed alla presenza del negozio Spigolandia.

In termini strettamente economici il valore della produzione ha superato i 17 milioni di euro, con una redistribuzione di oltre l’80% della ricchezza generata dall’attività di Cauto. Soddisfazione quindi per i circa 400 lavoratori e per le loro famiglie, testimoniata anche dalle rilevazioni scientifiche effettuate dalla cooperativa. 

 

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