Cattedra Unesco, per lo sviluppo dei popoli nel solco di Paolo VI

Il progetto dell'Università Cattolica confermato per altri quattro anni. Il prof. Simeone: «Prosegue l’impegno educativo»
FRANCESCO SUI PASSI DI PAOLO VI
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«Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo». Così scriveva Paolo VI nell’enciclica Populorum progressio, tema centrale è la denuncia dei mali sociali, che hanno alla loro base i forti squilibri nella distribuzione della ricchezza sia fra le varie classi sociali sia fra le nazioni industrializzate e quelle dei Paesi emergenti.

«È dunque a tutti che noi oggi rivolgiamo questo appello solenne a un’azione concertata per lo sviluppo integrale e lo sviluppo solidale dell’umanità», così scriveva ancora il santo pontefice bresciano nella sua enciclica sociale. Nel 2017, in occasione del 50esimo della Populorum progressio, «in considerazione della tradizione di impegno negli ambiti dell’educazione e della cooperazione internazionale che qualifica il territorio bresciano» è stata promossa l’istituzione di una Cattedra Unesco presso l’Università Cattolica sede di Brescia; Cattedra poi istituita il 6 aprile 2018. Il nome ne rivela pienamente gli intenti e il solco nel quale si inserisce: Cattedra Unesco dedicata all’«Educazione per lo sviluppo integrale dell’uomo e per lo sviluppo solidale dei popoli». Pienamente e profondamente montiniana quindi. Nei giorni scorsi dall’Unesco è arrivato il via libera per proseguire il lavoro per altri quattro anni.

Impegno

Un importante riconoscimento che il professor Domenico Simeone - preside della Facoltà di Scienze della formazione e direttore della Cattedra Unesco dell’Università Cattolica - ha annunciato ieri mattina durante l’incontro al Museo diocesano che ha visto protagonisti gli studenti dell’Istituto Arici (accompagnati da insegnanti e dalla preside Paola Amarelli); incontro durante il quale si è approfondita la figura di san Paolo VI grazie al pensiero di mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica. Rispondendo alle domande dei ragazzi, mons. Zani ha tratteggiato un interessante e appassionato ritratto del pontefice canonizzato da papa Francesco; peraltro Giovanni Battista Montini fu allievo proprio dell’Arici, «Paolo VI - per usare proprio le parole dei ragazzi - è stato un uomo, un cristiano, un bresciano che provando simpatia per l’uomo ha pensato in profondità ciò che più lo caratterizza: la libertà».

Mauro Salvatore, direttore del Museo diocesano, Domenico Simeone, direttore della Cattedra Unesco, mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Paola Amarelli, preside Istituto Arici - © www.giornaledibrescia.it
Mauro Salvatore, direttore del Museo diocesano, Domenico Simeone, direttore della Cattedra Unesco, mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Paola Amarelli, preside Istituto Arici - © www.giornaledibrescia.it

E anche la libertà religiosa è stata oggetto di riflessione partendo dall’articolo 3 della nostra Costituzione; un tema, quello della libertà religiosa, che aveva suscitato un ampio e vivace dibattito anche durante il Concilio Vaticano II. Mons. Zani ha spiegato come tra i padri costituenti ci fosse un significativo numero di personalità che arrivavano da quella Fuci che aveva in Giovanni Battista Montini una figura fondamentale di riferimento.

Per la pace

Il professor Simeone ha illustrato gli ambiti di azione della Cattedra («Chair on Education for Human Development and Solidarity among Peoples»); «Una risposta concreta alla costruzione del villaggio dell’educazione tanto caro a papa Francesco» ha sottolineato mons. Zani. Solo per citare alcuni dei principi fondamentali a cui il progetto della Cattedra si ispira: fare in modo che tutti i bambini abbiano accesso nella prima infanzia a cure ed educazione di qualità; aumentare la qualità dell’educazione, promuovendo l’accoglienza della diversità nella prospettiva di una società inclusiva.

La presenza di mons. Zani è stata l’occasione per parlare di pace, partendo dalla volontà di papa Francesco di andare a Kiev in Ucraina: «Il pontefice si muoverà quando sarà possibile, non dimentichiamo che è subito andato all’ambasciata russa presso la Santa sede per chiedere la fine del conflitto, il pontefice sta facendo moltissimo per la pace, anche in modo riservato».

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