Cassazione: infermiera sbaglia dosi, giusto licenziarla
Confermato dalla Cassazione il licenziamento di una infermiera dell’Ospedale Civile di Brescia che aveva provocato un’emorragia cerebrale a un paziente, ricoverato da vari giorni, al quale aveva messo nella flebo una dose di eparina dieci volte superiore a quella prescritta.
Ad avviso della Suprema Corte, correttamente, la Corte di Appello bresciana - che si è occupata della vicenda - ha giudicato che una simile negligenza provoca «il venire meno del rapporto fiduciario tra le parti, considerata la gravità dell’errore in quanto, pur avendo dubbi sull’esatta quantità di eparina da somministrare, Nunziatina G. non ha controllato le specifiche di posologia del farmaco e non ha chiaramente esposto i propri dubbi al fine di ottenere più esaurienti spiegazioni dal medico cui si era rivolta». In pratica, l’infermiera - riassume la Cassazione nella sentenza 23209 depositata oggi - «aveva confuso i millilitri contenuti in ogni flacone di farmaco con le unità di eparina da somministrare».
In primo grado, invece, il licenziamento era stato annullato dal Tribunale bresciano «per mancanza di prova della condotta addebitata alla lavoratrice».
Il sovradosaggio era stato erogato la sera del 22 ottobre del 2004 a un paziente - del quale non si conosce la sorte - già trattato da giorni con l’eparina e che presentava «una spiccata vulnerabilità vascolare».
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