Cassarà si autosospende da ogni incarico in Brescia scherma
La notizia era già nell’aria. È stata ufficializzata nel tardo pomeriggio di ieri. Direttamente davanti ai genitori dei bambini e delle bambine tesserati per la Brescia scherma. Un incontro breve ma, almeno in questa fase, chiarificatore quanto meno sotto il profilo sportivo. Andrea Cassarà si è autosospeso da ogni incarico all’interno della società bresciana di cui è assoluto punto di riferimento. Un passaggio quasi obbligato dopo l’indagine della Procura di Brescia che ha travolto l’ex schermidore azzurro, indagato con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico e al quale i carabinieri hanno sequestrato il telefono cellulare.
Nel cellulare sequestrato
L’obiettivo degli inquirenti è quello di capire se con il suo smartphone Cassarà ha ripreso la ragazzina di 15 anni che venerdì scorso ha sporto denuncia spiegando di aver visto una mano con un telefono che la filmava negli spogliatoi del centro San Filippo in città mentre era sotto la doccia dopo un’attività sportiva, diversa dalla scherma.
In attesa di capire quale piega prenderà l’inchiesta penale, Andrea Cassarà ha deciso di sospendersi da tutti gli impegni all’interno della società sportiva Brescia scherma fino a quando il caso non sarà definito. «È una vicenda molto delicata» ha ripetuto anche ieri il suo legale, l’avvocato Enrico Cortesi che ha preso contatti con il pubblico ministero Ettore Tisato, titolare dell’inchiesta, per depositare la nomina di un consulente informatico per l’analisi del cellulare e del computer sequestrati all’ex schermidore.Chi, della società bresciana di scherma, ieri ha parlato con le famiglie dei giovanissimi tesserati, ha espresso vicinanza a Cassarà «per il momento che sta affrontando» e allo stesso tempo ha garantito massima disponibilità verso i genitori degli atleti, comprensibilmente spaesati dopo aver appreso martedì mattina leggendo i giornali dell’inchiesta a carico del fiorettista pluri campione olimpico, mondiale ed europeo.
Immagini
Oltre alla giustizia sportiva, che ha trasmesso gli atti alla Procura federale, anche la società pubblica San Filippo presieduta dall’avvocato Nicola Fiorin è attenta agli sviluppi del caso Cassarà. La vicenda finita sotto i riflettori della Procura è infatti avvenuta nella struttura sportiva di via Bazoli e la San Filippo ha messo subito a disposizione degli inquirenti i video delle telecamere di sicurezza. E proprio dalle immagini gli inquirenti sono arrivati a Cassarà, presente nell’orario indicato dalla minore, in uno spazio compatibile con quello dove la presunta vittima ha riferito di aver visto quel telefono che la stava riprendendo mentre lei era sotto la doccia.
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