Caso Reboni, se ne occuperà l'Autorità anticorruzione

In Consiglio comunale Laura Gamba (M5S) ha annunciato il ricorso all'Anac. La Giunta: iter trasparente, astensione non dovuta
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Sarà l'Autorità anticorruzione ad occuparsi della vicenda relativa al bando per la nomina del capo delle risorse umane del Comune di Brescia. Al termine della discussione sul caso Reboni, avvenuta a porte chiuse e senza telecamere, la consigliera del Movimento 5 stelle, Laura Gamba, ha annunciato che farà ricorso all'Anac, ritenendo insoddisfacente la risposta di sindaco e giunta su quanto accaduto nell'agosto del 2013 negli uffici comunali.

Il polverone mediatico e politico sollevato dalla Gamba con una interrogazione urgente riguarda l'avviso pubblico per l'assunzione a tempo determinato di un responsabile delle risorse umane, bando firmato e pubblicato dal dirigente Claudio Reboni, a cui lui stesso ha partecipato aggiudicandosi il posto. Un chiaro conflitto di interessi secondo Laura Gamba o, se non altro gravi ragioni di opportunità e convenienza, così come chiarito dalle delibere Anac.

La vicenda emerge a tre anni dal presunto illecito perché, spiega la Gamba, nel 2016 la Giunta ha prorogato per ben due volte l'incarico al responsabile delle risorse umane e, andando a ritroso, avrebbero verificato quella che loro considerano una procedura illegittima.

Di tutt'altro avviso la maggioranza che bolla come priva di fondamento e strumentale una polemica creata ad arte a tre anni di distanza dall'accaduto solo per un tornaconto politico. Quella del dirigente, hanno detto in aula, è stato solo un atto esecutivo di una procedura gestita dall'allora direttore generale del Comune, Alessandro Triboldi. 

Da parte sua l'assessore competente, Panteghini, ha ricostruito nel dettaglio i passaggi e le ragioni per cui l'astensione non era, ad avviso della giunta, dovuta: «Il dirigente si è limitato a firmare un atto in esecuzione di una delibera di giunta. Si tratta di un atto che non ha contenuto discrezionale, in quanto riprende le indicazioni contenute nella delibera di giunta e le declaratorie del regolamento di organizzazione nella fissazione dei criteri di partecipazione, distinti per competenze in base alle sei diverse posizioni dirigenziali da ricoprire a tempo determinato. [...] L'istruttoria è stata seguita in piena autonomia da una soggetto diverso, il direttore generale, che ha effettuato una comparazione dei curricula. Nessun obbligo di astensione poteva quindi configurarsi in capo al responsabile del settore personale».

Una ricostruzione del resto analoga aveva reso anche lo stesso Reboni, nella lettera pubblicata proprio sull'edizione online del GdB.

 

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