Caso Caffaro, scontro in commissione sull’ipotesi di bosco urbano nelle aree agricole

La minoranza attacca: «Non lo avete realizzato». L’assessora Bianchi non ci sta: «Mai promesso»
CAFFARO, NIENTE BOSCO
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Il percorso che porta alla bonifica delle aree agricole presenti nel sito della Caffaro è tortuoso e costellato da variabili che, inevitabilmente, incideranno sui tempi e sulle modalità di intervento.

L’ipotesi di creare un bosco urbano, infatti, si è arenata tra questioni ministeriali e dialoghi - per ora poco proficui - con i proprietari terrieri della zona interessata. La situazione è certamente delicata, ma dopo sei mesi di amministrazione Castelletti la minoranza in Loggia ha alzato la voce, chiedendo chiarimenti sulle promesse fatte alla cittadinanza in campagna elettorale.

«Da anni, soprattutto nelle due ultime amministrazioni e prima delle elezioni, sentiamo parlare della trasformazione dell’area Caffaro in un bosco. È stato preso un impegno e quindi è lecito chiedere se questo verrà realizzato e come avverranno le bonifiche», ha puntualizzato Mattia Margaroli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Loggia durante l’ultima seduta della commissione Ecologia.

La replica

A rispondere è stata l’assessora all’Ambiente Camilla Bianchi, che ha evidenziato le due maggiori difficoltà legate alle operazioni sul sito agricolo Caffaro.

«Stiamo provando a capire quale possa essere la soluzione migliore, ma nelle linee programmatiche abbiamo parlato in generale di suolo, sottosuolo e falda, mai di un vero e proprio bosco urbano - ha sottolineato Bianchi -. Dobbiamo capire se con una forestazione il Ministero ci permetta di considerare l’area bonificata, e poi c’è da considerare che se i terreni agricoli diventano boschivi il vincolo è perenne».

Questo dunque comporterebbe un danno economico se tra molti anni la zona dovesse tornare ad essere incontaminata: per ora, infatti, solo un proprietario su 40 ha accettato di cambiare la destinazione d’uso di una parte dei suoi terreni.

La bonifica del sito agricolo Caffaro rientra nel Piano del verde e della biodiversità che è stato presentato in commissione. Uno strumento che ha lo scopo di fornire indicazioni per migliorare e sviluppare, appunto, il patrimonio verde comunale.

Il progetto - finanziato dal ministero dell’Ambiente e sviluppato in collaborazione con Ersaf, Studio Gioia Gibelli ed Etifor - è in via di sviluppo: per ora sono state raccolte le richieste delle istituzioni, delle associazioni che si occupano di ambiente e dei consigli di quartiere, e dopo la presentazione ufficiale e l’esclusione dalla valutazione ambientale strategica, sarà portato in Consiglio per l’approvazione.

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