Caso Caffaro, la Loggia spiega perché non si è costituita parte civile

In una nota si dice che aveva rinviato l'eventuale costituzione all'avvio dell'udienza dibattimentale ma le regole sono cambiate
La Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Martedì all’udienza preliminare per il nuovo fascicolo Caffaro Codacons, Lega Anti Caccia e Medicina Democratica hanno chiesto di costituirsi parti civili, prendendo posizione contro gli amministratori dell’azienda di via Nullo accusati di disastro ambientale, deposito incontrollato e omessa bonifica di rifiuti industriali pericolosi. Non lo hanno chiesto invece le istituzioni: né il governo, né Regione Lombardia, né Provincia o Comune di Brescia.

La Loggia ha diffuso poco fa una nota per spiegare la scelta: «Al momento della notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare, nel 2022, il Comune decise, per condivisi motivi tecnici e di opportunità, di rinviare la eventuale costituzione di parte civile all’avvio dell’udienza dibattimentale, come era all’epoca consentito - si legge nel testo -. In seguito ai rinvii dell’udienza e all’entrata in vigore, nel frattempo, della riforma Cartabia del processo penale, tale facoltà è venuta meno anche con riferimento alle udienze preliminari già in corso».

In sostanza quindi il Comune era stato informato per tempo ma aveva deciso di rimandare la decisione all'inizio del processo (ora il caso è in fase preliminare), solo che nel frattempo le regole sono cambiate e con la nuova riforma della giustizia è possibile costituirsi parte civile solo all'apertura dell'udienza preliminare. Questo significa che la Loggia non potrà chiederlo più avanti: il 26 settembre il giudice Andrea Guerrerio comunicherà la sua decisione rispetto all'ammissibilità delle richieste presentate da Codacons, Lac e Medicina Democratica, peraltro contestate dai legali degli imputati, e non ne saranno ammesse altre. Il risultato è che quindi, ancora una volta, non ci sarà una rappresentanza ufficiale della città nonostante il tempo per costituirsi parte civile ci fosse: si sa da novembre che l'udienza preliminare era stata fissata il 13 giugno 2023 e la riforma Cartabia è in vigore da fine 2022. 

Il Comune afferma comunque che sono «in corso le valutazioni tecniche e di opportunità in merito alla sede processuale e alle tempistiche più opportune per far valere in giudizio i diritti dell’ente, anche risarcitori, che sono in ogni caso fatti salvi e curati».

Dalla Loggia si sottolinea «la facoltà» di costituirsi parte civile perché «il risarcimento dei danni per le condotte penalmente rilevanti può essere chiesto e ottenuto anche nella alternativa sede civile», anche se viene ricordato che una richiesta di risarcimento per danno ambientale può arrivare solo dal ministero dell’Ambiente. Una chiusa che lascia fuori, ancora una volta, la Loggia da un procedimento penale che chiama in causa una delle ferite più profonde della città.

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