Caso Buonanno, il Csm «deciderà» dopo la pensione
Un rinvio dal sapore di archiviazione. È quello disposto ieri dal plenum del Csm chiamato a decidere sul trasferimento del procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno, per incompatibilità ambientale.
La posizione del magistrato era finita sotto la lente di ingrandimento del Consiglio superiore della Magistratura dopo la notizia data dal nostro giornale di un’indagine per concorso in rapina aperta sul figlio Gianmarco da parte della Procura bresciana guidata proprio dal padre.
Il Csm ha deciso di rinviare la valutazione al prossimo 7 novembre quando potrebbe optare per chiudere il caso con l’archiviazione. Questo perché Tommaso Buonanno quel giorno, potrebbe essere in pensione da 48 ore.
La Commissione del Csm sempre ieri ha infatti deliberato «il collocamento a riposo anticipato a decorrere dal 5 novembre 2018 del magistrato». Era stato lo stesso Buonanno il 4 settembre scorso a chiedere di poter andare in pensione anticipata.
Se così sarà - il procuratore capo di Brescia è infatti libero di ritirare la richiesta - il procedimento disciplinare decadrà. Nel frattempo Buonanno continuerà a guidare al Procura anche se nel pomeriggio di oggi non parteciperà alla riunione con tutti gli altri procuratori del distretto.
Lo sostituirà l’aggiunto Carlo Nocerino che in seguito reggerà l’ufficio fino a nomina del nuovo procuratore capo. Con rumors che indicano tra i favoriti il bresciano Antonio Chiappani.
Nel frattempo ieri pomeriggio a Palazzo di giustizia si è riunito il Consiglio giudiziario, organo collegiale istituito presso ogni Corte d’Appello. Durante la seduta, su richiesta di due relatori, è stata ufficialmente aperta una pratica sullo stato attuale della Procura di Brescia dopo il caso che ha coinvolto il nostro collega Andrea Cittadini.
Il cronista al quale su ordine del sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia e del procuratore capo Tommaso Buonanno lo scorso 24 luglio è stata perquisita la casa e sequestrati tablet e cellulare con l’obiettivo di trovare le sue fonti - tra i pubblici ufficiali - relativamente ad una presunta fuga di notizie coperte da segreto sul caso dell’omicidio di Mario Bozzoli e su quello della scomparsa di Sara Capoferri.
Il Consiglio giudiziario, che ha potere di vigilare sull’andamento degli uffici giudiziari, ha chiesto al Procuratore generale Pier Luigi Maria Dell’Osso di conoscere la situazione della Procura e le eventuali ripercussioni che la vicenda può aver avuto sul lavoro dell’ufficio, anche alla luce dell’annullamento da parte del tribunale del Riesame del sequestro del materiale informatico di Cittadini. La relazione del procuratore generale è attesa per la prossima seduta del Consiglio giudizario, in agenda ad inizio ottobre.
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