Casi di autismo: ogni anno 130 nuove diagnosi nel Bresciano

Insorgenza precocissima: l’obiettivo è accorgersene entro i 24 mesi, ma spesso si va oltre i tre anni
AUTISMO: LA GIORNATA IN BLU
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Anche quest’anno, 2 aprile, vi sono alcune certezze che si ripetono. Tra queste, l’illuminazione di blu di molti monumenti bresciani: oltre alla Loggia, anche un’altra cinquantina in altrettanti Comuni della provincia.

Accade perché oggi è la Giornata mondiale della consapevolezza sull’Autismo istituita nel 2007 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e il blu è il colore simbolo dell’autismo. Altre consuetudini riguardano le molte iniziative promosse per sensibilizzare nei confronti di disturbi molto eterogenei e che, solo nel Bresciano, interessano circa duemila persone. La novità, quest’anno, è la presenza del primo Piano operativo regionale autismo, approvato lo scorso ottobre dalla Giunta di Regione Lombardia.

Obiettivo dello strumento di legge è definire, a partire dalla situazione esistente, i principali interventi regionali in favore delle persone con autismo da effettuarsi nel prossimo futuro. Un Piano che non ha una scadenza definita ma che prevede interventi in un arco temporale compreso tra i 6 e i 24 mesi, poco oltre quindi il termine della legislatura regionale.

Gli obiettivi generali, riguardano la garanzia della presa in carico e della sua continuità nel tempo, una maggiore omogeneità e integrazione degli interventi ed un sostegno a quello che potrebbe essere definito il rafforzamento delle persone e dei loro familiari («migliorare l’attività di comunicazione per l’esercizio dei propri diritti»). Nelle oltre cento pagine di documento sono evidenziate le luci e le ombre degli interventi rivolti a chi ha disturbi dello spettro autistico e che vanno dall’inquadramento epidemiologico, al sistema dell’offerta, alla diagnosi precoce, alla presa in carico nelle diverse età della vita ovvero età evolutiva, fase di transizione dall’età evolutiva a quella adulta, età adulta.

Epidemiologia

In merito all’inquadramento epidemiologico «la letteratura scientifica non consente ancora di confrontare in misura affidabile la prevalenza dello spettro autistico nei diversi Paesi: negli scorsi anni c’è stata una evidente sottostima di tali diagnosi che, in parte, spiega il notevole incremento della prevalenza registrata nella maggior parte dei sistemi sanitari». Nel Bresciano sono circa duemila le persone con diagnosi di spettro autistico, con un incremento di 130 nuovi casi l’anno a partire dal 2015.

La prevalenza media nel mondo, da studi europei, americani e asiatici, si attesta tra 1% e 2% della popolazione generale, dato cresciuto in modo significativo negli ultimi vent’anni.

Nel Piano sono elencati i servizi in tutte le fasi della vita. Tuttavia, mentre quelli per l’età evolutiva hanno un riferimento univoco, non altrettanto si può dire per quelli dedicati all’età adulta. Uno degli aspetti critici è che, di fronte a una situazione contrassegnata da diverse carenze, non si faccia un riferimento esplicito alla necessità di aumentare le risorse di personale e quindi economiche da destinare al settore per evitare che le previsioni restino sulla carta.

Diagnosi precoce

Poi, la diagnosi precoce. Che, è vero, può essere solo di natura clinica, ma dovrebbe avvenire entro i 24 mesi e, comunque, prima dei tre anni. Un’età media che non sempre viene rispettata, con ritardi che pesano sulla crescita del bambino.

Sulla presa in carico, nelle diverse età della vita, le criticità riempiono una pagina intera del testo del Piano. Lontani, dunque, da quel «modello di intervento che deve coinvolgere i contesti di vita frequentati dalla persona con l’obiettivo principale del raggiungimento del maggior grado di autonomia e indipendenza possibile per l’inclusione sociale».

Distanza politica e culturale

«La sofferenza di molte famiglie con figli con autismo è anche la conseguenza della cronica disattenzione politica e culturale verso la salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché della conseguente mancanza di risorse adeguate per i servizi di Neuropsichiatria - spiega la Elisa Fazzi, presidente della Società italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e direttore dell’Uonpia dell’Asst Spedali Civili -. Il nostro impegno è quello di trasformare l’attuale modello di welfare per renderlo più inclusivo, per lo sviluppo di una vera "rete curante e sociale" impegnata a far crescere il benessere, cioè la salute, attraverso modelli di collaborazione partecipativa con le famiglie e con i tanti attori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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